La Leopolda è un’ex stazione ferroviaria. Lì ieri Debora
Serracchiani, che coordina il tavolo trasporti, ha detto che in Italia
bisogna investire soprattutto in ferrovie e «soprattutto al Sud». In
effetti tra Sblocca Italia e legge di Stabilità ci sono quasi 5 miliardi
di risorse fresche per le ferrovie (4.859 milioni), però con questa
ripartizione territoriale: 4.799 da Firenze
in su e 60 milioni a Sud di Firenze. Per chi ama le percentuali, il
rapporto è 98,8% a 1,2%. È possibile immaginare qualcosa di più
squilibrato? Forse la Serracchiani, che vive a Udine, per Sud intende il
vicino Sud Tirolo perché di Mezzogiorno, negli ultimi provvedimenti del
governo, ce ne è davvero poco, mentre per due volte a distanza di un
mese si è finanziato per il Tunnel ferroviario del Brennero.
Per l'esattezza, sommando gli stanziamenti dello Sblocca Italia e quelli della legge di Stabilità, al Mezzogiorno è destinato il 19% dei nuovi finanziamenti complessivi e l'1,2% se si considerano soltanto quelli ferroviari.
L'1,2% è incommentabile, ma anche il 19% è poco rispetto a qualsiasi parametro oggettivo: è meno del 33% che rappresenta in rapporto all'Italia la popolazione delle otto regioni del Sud; è meno del 40% della superficie del territorio; è persino meno del 24% di tasse che nonostante la crisi versano i contribuenti meridionali, i quali quindi contribuiscono per quasi un quarto alla cassa comune e sono considerati meno di un quinto quando c'è da ripartire gli investimenti e poco più di un centesimo quando l'obiettivo è ammodernare le ferrovie o realizzarne di nuove. In altre parole, i meridionali si potrebbero permettere da soli quel 19% di investimenti in strade e binari e addirittura - con la quota del 5% in eccesso - partecipano a opere come il quadruplicamento della linea ferroviaria Lucca-Pistoia (poco a Nordovest di Firenze) la quale da sola assorbe il triplo di tutte le risorse assegnate in questa tornata alle ferrovie del Mezzogiorno.
Per l'esattezza, sommando gli stanziamenti dello Sblocca Italia e quelli della legge di Stabilità, al Mezzogiorno è destinato il 19% dei nuovi finanziamenti complessivi e l'1,2% se si considerano soltanto quelli ferroviari.
L'1,2% è incommentabile, ma anche il 19% è poco rispetto a qualsiasi parametro oggettivo: è meno del 33% che rappresenta in rapporto all'Italia la popolazione delle otto regioni del Sud; è meno del 40% della superficie del territorio; è persino meno del 24% di tasse che nonostante la crisi versano i contribuenti meridionali, i quali quindi contribuiscono per quasi un quarto alla cassa comune e sono considerati meno di un quinto quando c'è da ripartire gli investimenti e poco più di un centesimo quando l'obiettivo è ammodernare le ferrovie o realizzarne di nuove. In altre parole, i meridionali si potrebbero permettere da soli quel 19% di investimenti in strade e binari e addirittura - con la quota del 5% in eccesso - partecipano a opere come il quadruplicamento della linea ferroviaria Lucca-Pistoia (poco a Nordovest di Firenze) la quale da sola assorbe il triplo di tutte le risorse assegnate in questa tornata alle ferrovie del Mezzogiorno.
Nessun commento:
Posta un commento