Ma questo disgraziato Paese è ancora capace
di indignarsi? Di
notizie disgustose il nostro Paese è pieno. Il problema, se mai, è
rappresentato da un intero popolo assuefatto all’obbrobrio. Partiamo dai
"latitanti" e trasferiamoci in Libano
dove un condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafioso
latita davvero. Dopo un iter giudiziario quanto meno paradossale l’ex
dirigente d’azienda, nonché braccio destro di Silvio Berlusconi,
Marcello Dell’Utri, viene finalmente arrestato a Beirut (ma perché è
stato così semplice scappare?). Comincia quindi il tira-e-molla
sull’estradizione. “Tratta e vinci”, in effetti a trattare si esce vincenti. Il condannato in concorso esterno
in associazione mafiosa, già senatore della Repubblica, grazie al
sistema giudiziario libanese, “vince” e si fa attendere. In questo caso
chi deve aspettare è l’autorità giudiziaria italiana. Quanto tempo
passerà prima di rivederlo in Italia? Impossibile da stabilire.
Contemporaneamente la Suprema Corte di Cassazione che fa? Recepisce
appieno le istanze degli avvocati difensori di Dell’Utri, a loro dire
impossibilitati a presenziare all’udienza odierna al Palazzaccio (uno si
fa ricoverare per un’operazione d’urgenza, l’altro accusa un’artropatia
al ginocchio sinistro), e fa slittare al 9 maggio la sentenza
definitiva a carico del sodale dell’ex premier, con tutti i relativi
rischi legati alla prescrizione che questo rinvio può comportare. Dal
canto suo il condannato per frode fiscale, Silvio Berlusconi, nonostante
continui ad essere una persona “socialmente pericolosa”, a fronte del
fatto che mostri “un’insofferenza del colpevole alle regole dello Stato
poste a tutela dell’ordinamento e della civile convivenza”, viene
affidato ai servizi sociali per espiare la sua condanna definitiva. Di
fatto si tratta di una pena residua di un anno per la condanna
definitiva a quattro anni di reclusione (di cui tre coperti da indulto).
Lo stesso Berlusconi, co-fondatore di Forza Italia (non dimentichiamo
che tra i soci di “maggioranza” ci sono i condannati Cesare Previti e lo
stesso Dell’Utri), si prepara impunemente a partecipare attivamente
alla campagna elettorale del suo partito per le elezioni europee e,
soprattutto, continua ad incontrarsi con il premier Matteo Renzi per
discutere di riforme e per mantenere quel “patto” relativo al voto sulla
riforma del Senato. Di fronte a questo scempio della democrazia il
popolo italiano tace. Probabilmente perché la sua stragrande maggioranza
si riflette in questo specchio osceno. Nel frattempo il Pd, acquisisce tra i propri candidati alle elezioni
europee il giurista palermitano Giovanni Fiandaca, noto per le sue
posizioni ostili contro il pool che indaga su quella trattativa che lui
stesso definisce “legittima”. E’ decisamente troppo, anche per chi non è
debole di stomaco. Ultima osservazione: tutto questo accade a pochi
giorni dalla decisione della Cassazione sull’istanza di rimessione avanzata dai legali di alcuni imputati al
processo sulla trattativa Stato-mafia che puntano a far spostare
da Palermo la sede del dibattimento, di fatto azzerando il processo
stesso. Serve altro alla parte sana di questo Paese per fare uno scatto
di indignazione?
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