Appena la sera prima dell’affidamento di Berlusconi ai servizi
sociali, decisione che permetterà al pluri-inquisito di fare campagna
elettorale come un qualsiasi cittadino incensurato, Renzi lo incontrava
in quel di Roma…argomento?…le riforme istituzionali !
Già il rottamatore ed il PD incontrano un evasore fiscale, capo di un
partito fondato assieme ad un condannato per associazione esterna alla
mafia, in presenza di Verdini, anch’esso indagato per truffa allo Stato e
corruzione, per mettere mano a quelle riforme costituzionali di cui il
paese, secondo loro, avrebbe bisogno.
Fotografia migliore del degrado morale e politico nel quale l’Italia è
finita non poteva esserci…siamo passati da Einaudi, De Gasperi, Croce,
Iotti, Labriola, La Pira, etc…, tutti legittimati non solo dal voto
popolare, ma dall’impegno e dal sacrificio profuso negli anni del dopoguerra, a Renzi e Berlusconi, il primo impostoci da un Presidente
della Repubblica che ha più volte “oltrepassato” quei limiti che la
Costituzione gli imporrebbe, il secondo impostoci, ancora una volta, da
un PD che più che un suo avversario politico appare, sempre di più il
suo migliore alleato.
E mentre continua la pantomima su riforme che consentiranno, nei
fatti, alla politica di rigenerarsi e scambiarsi favori e poltrone,
senza alcuna reale legittimazione popolare, si assegnano i posti chiave
dei variegati enti pubblici, in un valzer che propone persone come la
Marcegaglia, fratello che ha patteggiato una condanna per una mazzetta
ad un’azienda dell’Eni di cui Emma diverrà presidente, padre indagato
per fondi neri e traffico illecito di rifiuti, Moretti, che da AD di
Finmeccanica non verrà toccato dal “tetto” stipendi imposto per i
Presidenti degli enti, Todini, in quota Forza Italia, Grieco e Caio,
già, rispettivamente, in Olivetti ed Indesit, due aziende
dell’eccellenza italiane ridotte al collasso, ed il riconfermato ex-
capo della Polizia, De Gennaro, già indagato per gli scontri del G8 a
Genova.
Amici, parenti ed affini occuperanno, per i prossimi anni, poltrone
pubbliche senza averne nessuna diretta competenza, solo per quel rito
italico di scambio di favori, necessario ad un potere marcio per
rimanere attaccato a quelle poltrone senza le quali non saprebbero cosa
andare a fare…il Renzi-pensiero comincia a delinearsi in tutta la sua
nefasta crudezza.
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