Recentemente ha fatto discutere ed animare la discussione tra le forza politiche la cosiddetta legge sul "fine vita" che sull'onda emotiva del caso Eluana ha scatenato un dibattito sul valore della vita e sulla possibilità di interromperla in casi particolari.
A tal fine è stata proposta da alcune forze politiche, al fine di regolamentare questi casi spiacevoli, la legge sul cosiddetto testamento biologico; cioè la possibilità di dichiararare in maniera ufficiale di voler morire e di fare eseguire le proprie volontà di morte nel caso in cui ci si trovi in particolari condizioni di menomazione fisica quali ad esempio coma irreversibile, stato vegetativo permanente, ecc...
Credo che una legge che regolamenti e metta paletti in questa giungla normativa ci voglia, anche perchè per esempio nel caso di Eluana la volontà della ragazza non era certa, visto che non c'era nessuna sua dichiarazione scritta o nessun atto che ci possa far dire con certezza che Eluana voleva morire. Ci si è basati solo su dichirazioni che la famiglia ed il padre hanno riferito (ma il padre non aveva detto che voleva sparire dalla circolazione? Mi è sembrato invece che le sue dichirazioni a livello politico si siano sprecate... ) e questo non può essere sufficiente per ammazzare una persona.
Altro terreno di battaglia della legge è quello sulla modalità della morte in particolare dove si dice di interrompere tutte le cure farmacologiche compreso la somministrazione di cibo e acqua.
Direi, scusate se sono forte nel termine, che è una bestemmia giuridica dire che l'idratazione e l'alimentazione sono cure farmacologiche e che quindi anche quelle vanno tolte nel momento che viene praticato il protocollo di morte.
Penso pertanto che il cibo vada sempre e comunque somministrato (altrimenti non saremo umani ma bestie e scusate il termine..), e che caso mai vada posto in atto un protocollo con modalità tali da fare soffrire il paziente il meno possibile e che lo accompagni alla morte nel modo più dignitoso e sereno(cosa che non è successo con Eluana!).