lunedì 19 novembre 2018

Francia. “La collera dei dimenticati

Le Monde racconta che per ore hanno giocato a gatto e topo con la polizia. Ma alla fine le centinaia di “giubbotti gialli” arrivati e mobilitati a Parigi non sono riusciti a raggiungere l’Eliseo e le finestre di Emmanuel Macron, Di fronte a queste proteste contro l’aumento del prezzo della benzina (soprattutto con aumenti delle accise decise dal governo), dalle autorità non sono arrivate le risposte attese dai giubbotti gialli. Il governo infatti ha confermato, per bocca del ministro alla Transizione Ecologica, quello che definisce la sua “politica fiscale ed ecologica”, quindi l’aumento della benzina ci sarà.
Una dichiarazione che certo appare come benzina sul fuoco. E i giubbotti gialli hanno deciso di proseguire con i blocchi stradali in tutta la Francia. Il media indipendente Mediapart definisce quanto sta accadendo come la “collera dei dimenticati” e lo definisce come un movimento destrutturato e proteiforme che ormai sta superando la sola protesta contro l’aumento delle tasse sui carburanti.

La “lista delle doglianze” infatti è diventata assai più ampia:  le tasse sui carburanti, i prezzi elevati del gas, le limitazioni di velocità a 80 km / h, le pensioni tagliate, la perdita del potere d’acquisto, i ricchi sempre più ricchi e l’aumento dei poveri hanno fatto scendere la gente in piazza per strada in strada. Il Ministero degli Interni parla di 283.000 dimostranti sparsi in oltre 2 000 raduni e blocchi stradali.
Una cifra inferiore a quella annunciato da chi protesta che parlano di almeno un milione di persone in tutto il paese. “È in corso un enorme momento di autoorganizzazione popolare. La gente ha già superato gli ostacoli della diversione e della deterrenza. Scoprirà l’ostinazione del potere ” ha affermato il leader della France Insoumise,
Jean Luc Melenchon, contestando i numeri riduttivi sulle proteste diffuse dal governo.


Ma da chi sono composte queste manifestazioni di protesta? Giovani, anziani, madri, contadini, impiegati, artigiani, disoccupati, molti di loro non certo abituati a manifestare.
Le Monde cita il caso di Johnny Herter, 25 anni che vive in una piccola città vicino ad Angers. Presto sarà papà per la quarta volta. Ha fatto molti lavori in fabbrica e nel commercio ma in questo momento è disoccupato e “non ce la fa più”. Questa è la sua prima azione militante e per l’occasione è venuto insieme con i suoi cugini e amici. “Sentivo che con i “giubbotti gialli”  avremmo finalmente messo le cose in movimento. Ha funzionato bene nel maggio 1968, quindi perché non ora? “

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