Gli sfollati sono migliaia, 1.500 solo nelle Marche. E per la gestione
di questa emergenza saranno utilizzati i primi soldi che saranno
stanziati oggi dal consiglio dei ministri. Per i costi della
ricostruzione vera e propria, invece, è ancora presto. Il ministro delle
Infrastnitture Graziano Delrio dice che al momento «non è possibile
indicare una cifra precisa». Servirà tempo. Ma è utile ricordare che
per il terremoto dell’Aquila, per alcuni aspetti simile a quello di
ieri, la spesa complessiva programmata fino al 2029 ammonta a 13,7
miliardi di euro. Dopo ancora, forse, sarà il momento delle decisioni
per rendere più sicuri gli edifici, si legge su “il Corriere della
Sera“.
In Italia il 70% delle costruzioni non è antisismico
O meglio non è progettato per resistere alla «scossa di riferimento», quella che può tornare in media ogni 475 anni. Non c’è una regola unica per tutto il territorio nazionale: la forza del terremoto di riferimento varia di chilometro in chilometro. Il punto è che devono essere costruiti in modo da resistere a questa scossa solo gli edifici nuovi. Per quelli esistenti non c’è alcun obbligo. Ed è questo il vero problema per un territorio fatto dai centri storici antichi, di case che si tramandano di generazione in generazione. La nostra bellezza, la nostra debolezza. «In Giappone una botta così arriva una volta al mese e loro, sulla sicurezza, sono diventati i primi al mondo», dice Massimo Forni, capo del laboratorio di ingegneria sismica e prevenzione dell’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie. «Mentre da noi – continua – succede ogni cinque anni, Tutte le volte piangiamo, promettiamo. Ma poi ci dimentichiamo e lasciamo perdere».
Oggi la metà delle scuole italiane non rispetta le regole
Dopo il terremoto che distrusse la scuola di San Giuliano di Puglia, nel 2002, è scattato l’obbligo di «analisi di vulnerabilità» per tutti gli edifici pubblici. Ma ancora oggi la metà delle scuole italiane non rispetta le regole. Il vero punto interrogativo, però, sono le case private. Nel 2002 — ricorda Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri — proprio la Regione Lazio approvò una legge che rendeva obbligatorio il fascicolo di fabbricato, documento che imponeva un esame di tutti i fabbricati esistenti per sapere almeno in che condizioni erano. Ma la norma è stata poi bocciata da TAR e Consiglio di Stato, fermando tutto. E allora, per la sicurezza, restano due strade. La prima, più volte scartata, è l’assicurazione obbligatoria. Oggi è volontaria e rarissima: meno dell’1% dei 33 milioni di case ha una polizza del genere. L’alternativa, che il governo sta studiando, è rafforzare gli sconti fiscali per chi fa una ristrutturazione anti sismica.
In Italia il 70% delle costruzioni non è antisismico
O meglio non è progettato per resistere alla «scossa di riferimento», quella che può tornare in media ogni 475 anni. Non c’è una regola unica per tutto il territorio nazionale: la forza del terremoto di riferimento varia di chilometro in chilometro. Il punto è che devono essere costruiti in modo da resistere a questa scossa solo gli edifici nuovi. Per quelli esistenti non c’è alcun obbligo. Ed è questo il vero problema per un territorio fatto dai centri storici antichi, di case che si tramandano di generazione in generazione. La nostra bellezza, la nostra debolezza. «In Giappone una botta così arriva una volta al mese e loro, sulla sicurezza, sono diventati i primi al mondo», dice Massimo Forni, capo del laboratorio di ingegneria sismica e prevenzione dell’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie. «Mentre da noi – continua – succede ogni cinque anni, Tutte le volte piangiamo, promettiamo. Ma poi ci dimentichiamo e lasciamo perdere».
Oggi la metà delle scuole italiane non rispetta le regole
Dopo il terremoto che distrusse la scuola di San Giuliano di Puglia, nel 2002, è scattato l’obbligo di «analisi di vulnerabilità» per tutti gli edifici pubblici. Ma ancora oggi la metà delle scuole italiane non rispetta le regole. Il vero punto interrogativo, però, sono le case private. Nel 2002 — ricorda Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri — proprio la Regione Lazio approvò una legge che rendeva obbligatorio il fascicolo di fabbricato, documento che imponeva un esame di tutti i fabbricati esistenti per sapere almeno in che condizioni erano. Ma la norma è stata poi bocciata da TAR e Consiglio di Stato, fermando tutto. E allora, per la sicurezza, restano due strade. La prima, più volte scartata, è l’assicurazione obbligatoria. Oggi è volontaria e rarissima: meno dell’1% dei 33 milioni di case ha una polizza del genere. L’alternativa, che il governo sta studiando, è rafforzare gli sconti fiscali per chi fa una ristrutturazione anti sismica.
Nessun commento:
Posta un commento