Ogni volta che entro in un supermercato (e spesso anche in un normale
negozio al dettaglio), specie quelli che incrocio nei luoghi vicino al
mare e durante l’estate, mi faccio sempre le stesse domande: Perché ci
sono ancora tanti sacchetti di plastica per infilare i prodotti
acquistati? Ne abbiamo davvero bisogno? Sbaglio o ci sono delle norme
che ne vietano l’uso, almeno nella versione più inquinante? Secondo una
recente indagine di Legambiente su 26 campioni di sacchetti di
bioplastica prelevate in tutta Italia, ben 6 ,circa il 23%, sono
risultati illegali. Ovvero non presentano quelle caratteristiche di
materiale biodegradabile e compostabile, come previsto dalle legge
approvata prima in sede europea e poi dal parlamento nazionale. Sono
illegali. E li paghiamo, tra i 5 e 15 centesimi ciascuno. Il record di
questa autentica truffa ai danni dei consumatori, purtroppo, si registra
in particolare nelle regioni meridionali, Campania, Basilicata, Puglia e
Calabria. Mentre gli shopper fuorilegge sono scomparsi dai punti
vendita della grande distribuzione in Lombardia e in Veneto. Perché
questa odiosa differenza territoriale? Forse i venditori del Nord sono
più corretti e i consumatori del Sud più distratti?
UTILIZZO SACCHETTI DI PLASTICA IN ITALIA -
In attesa che qualcuno si decida a fare controlli più severi, restiamo dei grandi consumatori di shopper: ne facciamo fuori, a spese nostre, 181 a testa nell’arco di un anno, e in tutta Europa 8 miliardi di sacchetti di plastica per la spesa finiscono nella spazzatura. O, peggio, nelle discariche, laddove uno shopper compostabile e biodegradabile può essere smaltito anche con i rifiuti umidi.
SACCHETTI PER LA SPESA ILLEGALI -
Il danno dei sacchetti illegali è anche di natura economica. L’industria italiana, infatti, è molto avanzata nel settore della chimica verde e ha tutto l’interesse alla crescita e al consumo di shopper a norma secondo la legge nazionale ed europea. Il sacchetto inquinante, al contrario, è come un prodotto contraffatto dai cinesi: produce concorrenza sleale. Infine un consiglio a chi fa la spesa con frequenza: ricordatevi della vecchia busta della nonna da portare con voi. È sempre la migliore soluzione, e la più economica.
UTILIZZO SACCHETTI DI PLASTICA IN ITALIA -
In attesa che qualcuno si decida a fare controlli più severi, restiamo dei grandi consumatori di shopper: ne facciamo fuori, a spese nostre, 181 a testa nell’arco di un anno, e in tutta Europa 8 miliardi di sacchetti di plastica per la spesa finiscono nella spazzatura. O, peggio, nelle discariche, laddove uno shopper compostabile e biodegradabile può essere smaltito anche con i rifiuti umidi.
SACCHETTI PER LA SPESA ILLEGALI -
Il danno dei sacchetti illegali è anche di natura economica. L’industria italiana, infatti, è molto avanzata nel settore della chimica verde e ha tutto l’interesse alla crescita e al consumo di shopper a norma secondo la legge nazionale ed europea. Il sacchetto inquinante, al contrario, è come un prodotto contraffatto dai cinesi: produce concorrenza sleale. Infine un consiglio a chi fa la spesa con frequenza: ricordatevi della vecchia busta della nonna da portare con voi. È sempre la migliore soluzione, e la più economica.
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