giovedì 6 novembre 2014

L'Italia devastata a colpi di fiducia: passa lo Sblocca Italia tra inceneritori, autostrade e trivelle

Con il voto sul decreto Sblocca Italia al Senato, il Governo Renzi ha incassato oggi la 29/a fiducia. I sì sono stati 157, i no 110, nessun astenuto.
Bagarre in Aula al Senato, con dure proteste delle opposizioni e voto che va avanti a singhiozzo per le contestazioni dei senatori M5S, arrivati a stendersi sui banchi del governo per impedire ai colleghi di votare. Tanto che i parlamentari sono costretti a dire "si" o "no" al testo dal proprio banco senza passare sotto lo scranno della presidenza com'è prassi fare per il voto di fiducia. Dopo la protesta del Movimento 5 Stelle, nell'aula del Senato esplode quella dei senatori di Sel, che, contro il decreto Sblocca Italia, innalzano uno striscione con la scritta 'No Triv', subito rimosso dai commessi. In particolare ce l'hanno con la norma del decreto che autorizza "almeno 100 concessioni" per trivellare "un Paese già disastrato", come sottolinea la capogruppo Loredana De Petris.

Lo Sblocca Italia è un 'decretone' che contiene misure che vanno dallo sblocco dei cantieri, che partiranno con tempi certi, agli interventi per le calamità naturali, passando per le semplificazioni per l'edilizia, la banda larga e ultralarga, l'ammodernamento delle ferrovie, l’aumento dell’attività degli inceneritori, decine e decine di trivellazioni in mare alla ricerca del petrolio, e le concessioni autostradali.
Proprio le norme sulle concessioni sono state l'oggetto degli strali delle opposizioni che accusano il governo di aver chiesto la fiducia in fretta e furia per 'nascondere' un 'regalo' fatto ai finanziatori di Renzi, quel gruppo Gavio che ha in concessione diverse tratte autostradali del Nord Italia e che doveva essere tra i partecipanti alla cena milanese di auto-finanziamento del Pd nell'agenda del premier per questa sera.
"E' incredibile l'ipocrisia del Partito Democratico – punta il dito la senatrice di M5S Barbara Lezzi - in Aula al Senato vota la fiducia al decreto Sblocca Italia, che dà il via libera alle trivellazioni selvagge; poi, fuori dal Parlamento, lo stesso Pd organizza sit-in di protesta per dire no alle trivelle, come quello in programma il 9 novembre a Leuca. Con che faccia gli esponenti del Pd andranno alla manifestazione? E avranno il coraggio di dire che lo scempio contro cui manifestano, porta anche la loro firma? Vergogna!”.
Contro le trivelle c’è la sollevazione delle regioni interessate, in pratica tutte quelle del centro sud i cui confini affacciano su adriatico ionio e canale di Sicilia.

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