giovedì 13 febbraio 2014

NUBI E SOSPETTI

Come mai proprio il Corriere della Sera e il Financial Times, ovvero due fra i più potenti strumenti nelle mani dell’oligarchia globale, hanno deciso solo adesso, con un ritardo quantomeno sospetto, di amplificare i tanti e noti dubbi che da tempo avvolgevano l’arrivo di Mario Monti a Palazzo Chigi?”. Per rispondere correttamente a questa domanda bisogna prima affrontare un ragionamento preliminare. Il potere non è mai né statico né monolitico. Le cordate di interesse cambiano con l’evolvere di fatti e circostanze che  biforcano strade che in precedenza apparivano a senso unico. A questa ovvietà bisogna poi aggiungere la tendenza dell’élite finanziaria e reazionaria, quella per intenderci che si fa sentire per bocca dei soliti colossi di carta, di reputarsi superiore in grado rispetto a qualsiasi potere politico “visibile”, da colpire all’occorrenza con lo stesso freddo cinismo con il quale, magari fino al giorno prima, se ne tessevano le lodi. All’interno di questa cornice va inquadrato lo “schiaffone” rifilato dal Corriere a Re Giorgio, monarca agli occhi del popolino cui conviene periodicamente ricordare la natura pur sempre “delegata” del potere che felicemente esercita. Andiamo con ordine. I massoni reazionari che governano questo mostro di Ue hanno affondato il coltello nella carne viva degli italiani tramite Mario Monti e Letta.
Essi hanno oramai esaurito il rispettivo potenziale distruttivo. Entrambi, sprovvisti di una base di consenso in grado di legittimarne l’operato, possono ora ritirarsi in buon ordine confidando nella imperitura magnanimità di quelle élite schiaviste che con zelo hanno egregiamente servito. Nelle mani dei massoni reazionari che svolazzano famelici sull’Italia resta però ancora una carta da giocare. Un Asso potenzialmente devastante pronto a dare il definitivo colpo di grazia al tessuto produttivo italiano: Matteo Renzi. Può Renzi, che tra l’altro gode di un consenso reale nel Paese, rischiare di finire rapidamente logorato pur di garantire sostegno al governo Letta caro al cuore di Re Giorgio? No che non può. Non può il sindaco, e non possono nemmeno gli occulti burattinai malamente nascosti dietro la sagoma del giovane segretario piddino. E siccome Napolitano è cinico e senza scrupoli ma certamente non è stupido, ieri sera, afferrato il messaggio, ha subito convocato al Quirinale proprio Renzi  probabile ispiratore e indiscusso beneficiario delle improvvise attenzioni riservate dalla grande stampa all’ indirizzo dell’uomo del Colle. Anche il rituale esige il dovuto rispetto. L’unico destinato a pagare pegno nell’immediato è Enrico Letta. Il suo governo è infatti al capolinea, con buona pace degli ingenui “alfaniani” pronti a sparire dai radar per sempre. Conosciuta infatti l’allergia di Napolitano per il voto democratico, non resta che attendere l’imminente varo del primo gabinetto Renzi. Figlio dell’ennesima alchimia di Palazzo che si consuma mentre tutt’ intorno il Paese brucia. Durerà??

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