L’attacco di Libero nei confronti dell’Istituto Superiore di Sanità
(e Il Giornale gli è andato subito dietro, ndr) è una dimostrazione del
livello di barbarie che caratterizza lo scontro politico di questi
tempi.
Oltre ad essere del tutto infondato, l’articolo che accusa di assenteismo i lavoratori dell’ISS è palesemente strumentale allo scontro che si sta realizzando intorno alla gestione dell’epidemia nella regione Lombardia.
Non a caso si tira dentro l’Istituto Superiore di Sanità che ha avuto il merito di indicare la strada giusta per contenere l’epidemia e consentire oggi al Paese di respirare e guardare con cauto ottimismo al domani.
Forse il quotidiano Libero sta dalla parte di coloro che durante l’epidemia minimizzavano gli effetti del Covid-19 (è come l’influenza), criticavano la politica del lockdown reclamando aperture, teorizzavano la scelta dell’immunità di gregge.
Oggi difendono il sistema sanitario regionalizzato che è stata una delle cause di maggiore difficoltà, soprattutto inizialmente, nel contrasto all’epidemia. Ed in particolare la sanità lombarda che si è mostrata del tutto inadeguata a fronteggiare l’emergenza perché vittima negli anni di tagli e privatizzazioni e solo grazie alla grandissima professionalità dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari è riuscita a limitare la catastrofe.
L’ISS ha praticato quello che ha chiesto al resto del Paese, ha semplicemente applicato le giuste misure di contenimento previste dai provvedimenti del Governo, mantenendo un’operatività contro l’epidemia h24 sette giorni su sette, mettendo al servizio del Paese le sue competenze e la professionalità ed il senso del sacrificio dei suoi dipendenti.
Come USB ci siamo sempre battuti per un Servizio Sanitario Nazionale centralizzato universalistico e solidale, i fatti dimostrano che avevamo ragione. Mai come oggi forse si comprende meglio l’importanza della Ricerca Pubblica e il suo rapporto con la committenza sociale che USB ha sempre rivendicato a fronte di una ricerca privata che anche su questa pandemia lavora esclusivamente per il profitto.
Riteniamo come lavoratori dell’ISS di aver contribuito a limitare i danni che avrebbe potuto causare la pandemia calata su un Paese il cui Servizio Sanitario Nazionale è stato ridotto ai minimi termini dalle politiche neo liberiste cui nessun governo si è sottratto.
Oltre ad essere del tutto infondato, l’articolo che accusa di assenteismo i lavoratori dell’ISS è palesemente strumentale allo scontro che si sta realizzando intorno alla gestione dell’epidemia nella regione Lombardia.
Non a caso si tira dentro l’Istituto Superiore di Sanità che ha avuto il merito di indicare la strada giusta per contenere l’epidemia e consentire oggi al Paese di respirare e guardare con cauto ottimismo al domani.
Forse il quotidiano Libero sta dalla parte di coloro che durante l’epidemia minimizzavano gli effetti del Covid-19 (è come l’influenza), criticavano la politica del lockdown reclamando aperture, teorizzavano la scelta dell’immunità di gregge.
Oggi difendono il sistema sanitario regionalizzato che è stata una delle cause di maggiore difficoltà, soprattutto inizialmente, nel contrasto all’epidemia. Ed in particolare la sanità lombarda che si è mostrata del tutto inadeguata a fronteggiare l’emergenza perché vittima negli anni di tagli e privatizzazioni e solo grazie alla grandissima professionalità dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari è riuscita a limitare la catastrofe.
L’ISS ha praticato quello che ha chiesto al resto del Paese, ha semplicemente applicato le giuste misure di contenimento previste dai provvedimenti del Governo, mantenendo un’operatività contro l’epidemia h24 sette giorni su sette, mettendo al servizio del Paese le sue competenze e la professionalità ed il senso del sacrificio dei suoi dipendenti.
Come USB ci siamo sempre battuti per un Servizio Sanitario Nazionale centralizzato universalistico e solidale, i fatti dimostrano che avevamo ragione. Mai come oggi forse si comprende meglio l’importanza della Ricerca Pubblica e il suo rapporto con la committenza sociale che USB ha sempre rivendicato a fronte di una ricerca privata che anche su questa pandemia lavora esclusivamente per il profitto.
Riteniamo come lavoratori dell’ISS di aver contribuito a limitare i danni che avrebbe potuto causare la pandemia calata su un Paese il cui Servizio Sanitario Nazionale è stato ridotto ai minimi termini dalle politiche neo liberiste cui nessun governo si è sottratto.
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