Il presidente della Banca di Russia,
Elvira Nabiullina, ha dichiarato che l’inflazione in Russia, all’inizio
del 2018, sarà al 3%, per poi assestarsi attorno al 4% entro la fine del
prossimo anno. Il 4% è appunto l’obiettivo del governo russo.
“L’inflazione sarà al 3% circa nei primi
mesi del 2018. Secondo la nostra stima, l’inflazione si avvicinerà al
4% nella seconda metà dell’anno, in quanto l’influenza dei fattori
temporanei di quest’anno svanirà”, ha infatti dichiarato il banchiere.
“Il successo della nostra agricoltura ha
svolto un ruolo chiave nella riduzione, così significativa,
dell’inflazione: l’aumento annuale dei prezzi dei prodotti alimentari a
novembre è stato appena dell’1,1%”, ha affermato.
“Gli effetti associati al grande
raccolto del 2017 verranno gradualmente esauriti: nella prima metà del
2018, questo fattore continuerà a influenzare il livello dell’inflazione
annuale, verrà completamente esaurito solo nel terzo trimestre”, ha
aggiunto Nabiullina.
“Secondo la nostra stima, l’effetto
dell’aumento del rublo sull’inflazione nel 2017 è dell’ordine dell’1% o
leggermente inferiore all’1%, [l’effetto del] raccolto è leggermente
inferiore allo 0,5%”, ha detto il banchiere.
L’apprezzamento del rublo sta ancora frenando l’inflazione e il suo effetto si esaurirà all’inizio del 2018, osserva Nabiullina.
L’apprezzamento del rublo sta ancora frenando l’inflazione e il suo effetto si esaurirà all’inizio del 2018, osserva Nabiullina.
“L’apprezzamento del rublo è un altro
fattore che continua a tenere a freno l’inflazione, fino ad ora,
soprattutto nella prima metà di quest’anno, il cui effetto si è quasi
completamente riflesso nei prezzi e sarà completamente esaurito
all’inizio del 2018”, ha affermato Nabiullina.
Intanto la Banca Mondiale ha previsto
una crescita del Prodotto Interno Lordo dell’1,7% per il prossimo anno e
per l’1,8% per il 2019.
Ciò dimostra che, nonostante le sanzioni
volute dagli Usa contro la Russia, l’economia continua a crescere e non
ne risente. E adesso, la Gran Bretagna si è ridotta a dover elemosinare
forniture di gas naturale russo, per non restare al gelo.
Le sanzioni, volute dagli USA e dai suoi
satelliti più importanti, e poi imposte a tutti i Paesi UE, non hanno
quindi sortito effetti importanti e duraturi sull’economia russa,
danneggiando più i Paesi occidentali, che Mosca.
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