Martedì 5
dicembre, in una riunione del comitato esecutivo del Comitato Olimpico
Internazionale (CIO), si è deciso di sospendere temporaneamente la
composizione del Comitato Olimpico Russo (OKR), e di vietare alla
squadra nazionale russa di partecipare ai Giochi invernali del 2018 a
Pyeongchang in Corea del Sud a causa di manipolazione all’interno del
sistema anti-doping nel Paese. Gli atleti russi “puliti” saranno in
grado di prendere parte alle competizioni nello status di “olimpionici
dalla Russia”, sotto la bandiera del CIO.
Il giorno dopo, il 6 dicembre, è seguita la reazione delle autorità russe. Il presidente russo Vladimir Putin
ha detto che gli olimpionici, se lo desiderano, potranno partecipare
alle Olimpiadi del 2018 a titolo personale. Cioè, sotto la bandiera del
CIO.
Putin ha ammesso, con una certa auto-critica, che la Russia stessa ha fornito al CIO la scusa per prendere la decisione di sospendere la nazionale dalle Olimpiadi invernali,
ma che questo non è stato del tutto onesto. Quale sia questa scusa non è
del tutto chiaro dal discorso di Putin. È tuttavia possibile che l’uso
di doping da parte di singoli atleti russi sia stato rivelato.
Putin ha
spiegato che “non è del tutto onesto” perché è stato coinvolto il
principio della responsabilità collettiva. “In nessun sistema di legge
del mondo è prevista la responsabilità collettiva,” ha detto il
presidente russo. La disonestà dei singoli atleti non dovrebbe servire
come scusa per vietare a tutta la squadra di partecipare alle Olimpiadi.
Putin ha anche chiarito che la decisione del CIO è politica.
Questa
organizzazione, secondo le parole di Putin, si sarebbe basata su alcune
“affermazioni infondate”, usate come prove convincenti di violazioni da
parte della Russia — prove che però non sono state fornite. “È
importante che le conclusioni della commissione affermino che non vi era
alcun sistema di sostegno statale per il doping in Russia, che è una
conclusione importante,” ha detto il presidente russo.
Ora, può
ragionevolmente sorgere la domanda se questa decisione del CIO diverrà
un precedente per l’ulteriore indebolimento della squadra russa. È anche
possibile che dalla partecipazione ai Giochi olimpici o ai campionati
verranno rimossi gli atleti russi più forti che costituiscono una
pericolosa competizione per gli atleti di altre nazioni (primi fra
tutti, gli USA).
Una prima
possibile spiegazione è la seguente: le organizzazioni sportive
internazionali controllate dagli Stati Uniti userebbero il doping per
rimuovere i concorrenti più pericolosi dalle Olimpiadi. A sostegno di
questa tesi vi è il fatto che il CIO chiude gli occhi sul diffuso
utilizzo di doping tra degli atleti americani. Forse la decisione del
CIO del 5 dicembre ha comportato una mossa politica: a marzo si terranno
le elezioni presidenziali in Russia e la campagna per screditare Vladimir Putin
è già iniziata negli Stati Uniti. Solo pochi giorni fa, il Congresso
degli Stati Uniti ha privato dell’accreditamento il canale televisivo
russo Russia Today, che è molto popolare tra il pubblico di spettatori
americani.
La seconda
possibile spiegazione è che i funzionari russi dello sport, gli stessi
che erano in carica un anno e mezzo fa alla vigila delle Olimpiadi di
Rio, non sarebbero stati in grado di affrontare correttamente la
situazione. Le conseguenze del loro lavoro sarebbero quindi andate a
gravare sugli atleti e sul presidente Putin. Il Ministro dello Sport
russo, Vitaly Mutko, avrebbe dovuto essere deposto dopo
che gli atleti russi erano stati banditi dalla partecipazione alle
Olimpiadi di Rio, ma ciò non è avvenuto. Pertanto, i russi non incolpano
solo il “gioco sleale” degli americani, ma anche i loro stessi
funzionari sportivi. In una forma velata, entrambe le spiegazioni sono
contenute nel discorso di Putin.
Tuttavia, oltre alle Olimpiadi di Pyeongchang,
altri eventi ruotano intorno alla regione, e non riguardano solo il
mondo dello sport. Gli Stati Uniti stanno preparando esercitazioni
militari su vasta scala nella Corea del Sud. Può quindi sembrare che gli
americani abbiano intenzionalmente stuzzicato i nordcoreani e li
provochino in un conflitto. Il 7 dicembre, infatti il Ministero degli
Esteri Corea del Nord ha detto che le esercitazioni militari degli Stati
Uniti e della Corea del Sud, così come le dichiarazioni da parte dei
politici statunitensi, sarebbero una prova che questi intendono
attaccare militarmente la Corea del Nord. La Corea del Nord è pronta per
la guerra. Se le esercitazioni di entrambi gli eserciti dovessero
continuare o se si dovesse verificare uno scambio di colpi, esiste anche
l’ipotesi che le Olimpiadi di Pyeongchang non si svolgano affatto.
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