mercoledì 26 aprile 2017

LE FIGARO: MACRON/LE PEN E IL CLAMOROSO RITORNO DELLA LOTTA DI CLASSE…

Credevamo che il concetto di lotta di classe fosse superato. Intellettuali di sinistra come Chantal Mouffe e Jean-Claude Michea, benché nutriti al pensiero marxista, recentemente hanno dichiarato che il concetto di lotta di classe doveva essere ripensato. E nessun candidato della sinistra, con l’eccezione di Nathalie Arthaud, ne ha parlato durante la campagna elettorale.
Tuttavia, le cose non stanno così. La lotta di classe riemerge politicamente nel secondo turno di ballottaggio che opporrà il liberale Emmanuel Macron alla sovranista Marine Le Pen.
L’elettorato di Macron raccoglie la Francia che sta andando bene, la Francia ottimista, la Francia che si guadagna la vita senza problemi, la Francia, che non ha bisogno di confini e di patria, quei vecchi miti del mondo antico: la Francia “aperta”, generosa perché ne ha i mezzi. La Francia di Marine Le Pen è la Francia che soffre, che ha paura. Si preoccupa del suo futuro, di arrivare alla fine del mese, soffre nel vedere i padroni che guadagnano tanti soldi e insorge contro l’incredibile arroganza della borghesia, che dà lezioni di umanesimo e progressismo dall’alto dei suoi 5000 euro al mese.
Le Pen in Francia probabilmente perderà contro il “fronte repubblicano” che si va organizzando contro di lei. Qualunque cosa si pensi del candidato del Fronte nazionale, c’è qui una forma di ingiustizia su cui interrogarsi: la Francia dei piani alti si prepara a confiscare alle classi popolari le elezioni presidenziali, un‘elezione che potenzialmente determina il loro destino.
Bastava vedere, la notte scorsa, la differenza tra gli attivisti di Macron – consulenti alla moda, studenti delle scuole di business, sicuri della loro superiorità di classe – e i sostenitori di Le Pen, gente semplice, timida, che non padroneggia i codici sociali e mediatici. Che contrasto, anche, tra l’atmosfera da discoteca nella sede di Macron e i balli improvvisati nella sede di Le Pen.
Dietro questa lotta di classe si nasconde uno scontro tra due visioni del mondo. La visione liberale e universalistica che non crede né nello Stato né nella nazione; e la visione oggi definita populista o sovranista, che vuole ritornare allo Stato, ai confini nazionali e al senso di comunità contro le devastazioni della globalizzazione. E‘ la grande battaglia che in definitiva non è mai cessata, dal 1789.

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