lunedì 30 gennaio 2017

Rapporto Eurispes, famiglie sempre più povere e i giovani tornano dai genitori

Nel Rapporto Italia 2017 l'Eurispes svela a livello pubblico la realtà che solo la classe politica non conosce non essendo abituata a vivere se non tra hotel di lusso, voli privati e ristoranti dai prezzi inaccessibili. O forse è più corretto dire che fa finta di non conoscerla, visto che risultati statistici del genere continuano solo ad evidenziare una polarizzazione della ricchezza che la politica stessa alimenta quotidianamente. Comunque, il rapporto statistico è abbastanza eterogeneo in quanto a domanda, facendo emergere qualche dato interessante.
"Il 48,3% non riesce ad arrivare alla fine del mese", con un incremento "di circa un punto percentuale rispetto all'anno scorso, dove si registrava un 47,2%, per questo motivo il 28,7% delle famiglie è costretta a tentare di contrarre un mutuo. Le ragioni principali per si è costretti ad indebitarsi in Italia sono: l'acquisto della prima casa (46,8%), ripagare altri debiti accumulati, specie con altre banche o finanziarie (17,9%), e la necessità di pagare cure mediche (10,9%). Quindi, mentre le famiglie vanno impoverendosi, le banche lucrano dall'erosione del welfare o da mutui precedenti.
Tra le problematiche economiche principali delle famiglie italiane emerge la difficoltà a pagare il mutuo della casa, problema nel 28,5% dei casi, e la difficoltà a pagare il canone di affitto, per il 42,1% degli affittuari. Quindi, la lotta per la casa sembra essere ancora di primaria importanza.
Le misure di austerità, l'assenza o riduzione del reddito insieme alle riforme del governo Renzi/Gentiloni contribuiscono all'impoverimento sociale, abbassando il livello della qualità della vita. Infatti il 38,1% rinuncia alle spese mediche, il 70,9% non riesce più a permettersi un pasto fuori casa.
Il dato nuovo riguarda il problema casa vissuto dai giovani: pagare l'affitto o il mutuo pesa e allora per andare avanti c'è chi deve tornare indietro, sotto un unico tetto con genitori o suoceri. Questo avviene per il 13,8% dei giovani che avevano provato a vivere fuori casa, senza quindi calcolare i moltissimi che il tentativo non lo prendono nemmeno in considerazione data la precarietà dei lavori a cui sono relegati.

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