Perché una banca può andare a rotoli? Perché i soldi che ha prestato
non sono tornati indietro e sono diventati “sofferenze bancarie”,
ossia crediti quasi inesigibili che probabilmente non rientreranno tutti
o non rientreranno mai. Ma chi sono i furbetti che hanno preso i soldi
in prestito dalla banca e poi non riescono o non intendono restituirli?
E’ il sig. Mario che ha fatto un mutuo ma poi è stato licenziato e non
riesce più a pagare le rate per la casa? Robetta!! E’ la sig.ra Maria
che ha chiesto un prestito per pagare il rifacimento della facciata del
palazzo e sta saltando le rate? Bazzecole!! A mettere in crisi le banche
sono soggetti che somigliano molto ai banchieri e spesso ci vanno a
cena insieme: i prenditori.
Una analisi dei debitori del Monte dei Paschi di Siena, porta alla luce tanti nomi della imprenditoria italiana ai quali la banca ha prestato soldi e che da tempo non sono rientrati.
Fra i clienti che non hanno rimborsato il Mps troviamo ad esempio la Sorgenia della famiglia De Benedetti che ha lasciato un buco di 600 milioni e poi Don Verzè fondatore del l’ospedale San Raffaele portato al dissesto con un buco di duecento milioni. Fino all’anno scorso, risulta poi una fidejussione di 8,3 milioni di Berlusconi a favore della ex cognata Antonella Costanza, prima moglie del fratello Paolo. La signora Costanza aveva acquistato, per nove milioni, una villa sfarzosa in Costa Azzurra e aveva dimenticato di pagarla. A Siena, però, conoscevano bene la famiglia Berlusconi e si fidavano. Erano stati i primi a credere nella capacità imprenditoriali di Silvio e non se n’erano certo pentiti.
Ma Mps opera anche attraverso altre banche come la Banca Agricola Mantovana in stretti rapporti d’affari con il gruppo Marcegaglia che ha accumulato un’esposizione verso la banca di 1,6 miliardi..
Insomma da un primo screening viene fuori che il 70% delle insolvenze è concentrato tra i clienti che hanno ottenuto finanziamenti superiori ai 500mila euro, dunque molto ma molto di più del sig. Mario o della sig.ra Maria. In totale si tratta di 9.300 posizioni debitorie in cui il tasso di insolvenza cresce all’aumentare del finanziamento. La percentuale maggiore dei cattivi pagatori (32,4%) si trova fra quanti hanno ottenuto più di tre milioni di euro. Si è scoperto poi che gran parte parte dei problemi nasce dopo l’acquisizione della bannca Antonveneta da parte del Mps. I prestiti concessi nel 2008 sono diventati sofferenza nel 2014.
Dunque la crisi del Mps, per la quale lo Stato ha trovato subito e stanziato 8 miliardi di euro, dipende soprattutto dalla stessa classe alla quale appartengono i banchieri. E’ questo il motivo per cui chi sostiene che anche questa volta ci troviamo di fronte ad una “socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti”, ha ragioni da vendere. Una volta che si è deciso di intervenire con fondi pubblici, sarebbe meglio una nazionalizzazione della banca stessa, e non pre restituirla ai banditi di sempre dopo aver risanato i conti, ma per metterla a disposizione del paese e non dei soliti noti.
Una analisi dei debitori del Monte dei Paschi di Siena, porta alla luce tanti nomi della imprenditoria italiana ai quali la banca ha prestato soldi e che da tempo non sono rientrati.
Fra i clienti che non hanno rimborsato il Mps troviamo ad esempio la Sorgenia della famiglia De Benedetti che ha lasciato un buco di 600 milioni e poi Don Verzè fondatore del l’ospedale San Raffaele portato al dissesto con un buco di duecento milioni. Fino all’anno scorso, risulta poi una fidejussione di 8,3 milioni di Berlusconi a favore della ex cognata Antonella Costanza, prima moglie del fratello Paolo. La signora Costanza aveva acquistato, per nove milioni, una villa sfarzosa in Costa Azzurra e aveva dimenticato di pagarla. A Siena, però, conoscevano bene la famiglia Berlusconi e si fidavano. Erano stati i primi a credere nella capacità imprenditoriali di Silvio e non se n’erano certo pentiti.
Ma Mps opera anche attraverso altre banche come la Banca Agricola Mantovana in stretti rapporti d’affari con il gruppo Marcegaglia che ha accumulato un’esposizione verso la banca di 1,6 miliardi..
Insomma da un primo screening viene fuori che il 70% delle insolvenze è concentrato tra i clienti che hanno ottenuto finanziamenti superiori ai 500mila euro, dunque molto ma molto di più del sig. Mario o della sig.ra Maria. In totale si tratta di 9.300 posizioni debitorie in cui il tasso di insolvenza cresce all’aumentare del finanziamento. La percentuale maggiore dei cattivi pagatori (32,4%) si trova fra quanti hanno ottenuto più di tre milioni di euro. Si è scoperto poi che gran parte parte dei problemi nasce dopo l’acquisizione della bannca Antonveneta da parte del Mps. I prestiti concessi nel 2008 sono diventati sofferenza nel 2014.
Dunque la crisi del Mps, per la quale lo Stato ha trovato subito e stanziato 8 miliardi di euro, dipende soprattutto dalla stessa classe alla quale appartengono i banchieri. E’ questo il motivo per cui chi sostiene che anche questa volta ci troviamo di fronte ad una “socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti”, ha ragioni da vendere. Una volta che si è deciso di intervenire con fondi pubblici, sarebbe meglio una nazionalizzazione della banca stessa, e non pre restituirla ai banditi di sempre dopo aver risanato i conti, ma per metterla a disposizione del paese e non dei soliti noti.
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