“Il 7 febbraio 1992, veniva firmato il
Trattato di Maastricht, che entrerà in vigore l’anno successivo, nel
1993. Il ’93 è l’anno in cui il governo Ciampi istituisce il Comitato Permanente di Consulenza Globale e di Garanzia per le Privatizzazioni; sempre in quell’anno gli accordi del ministro dell’industria Paolo Savona* con
il Commissario europeo alla concorrenza Karel Van Miert e quelli del
ministro degli Esteri Beniamino Andreatta con Van Miert, impegnano
l’Italia a fare la messa in piega alle aziende di Stato perché divengano appetibili per gli investitori privati”.
“A partire dal governo Ciampi del ‘93,
come si è detto, le tappe furono serrate: 1) i già citati accordi
Italia-Van Miert, che stipulavano la ricapitalizzazione della siderurgia
italiana a patto che la si privatizzasse, e l’azzeramento del debito
delle aziende di Stato per lo stesso fine, cioè la svendita ai privati. 2) 1997-2000, il grande salto nella svendita dei beni pubblici col centrosinistra, che stabilisce il record europeo delle privatizzazioni (ENI, S. Paolo Torino, Banco di Napoli, SEAT, Telecom, INA, IMI, IRI con SME, Alitalia, ENEL, Comit, Autostrade ecc.)”.
“L’Italia doveva farsi la messa in piega, svendersi cioè ai capitali privati, pena l’esclusione dall’euro,
come stipulato nero su bianco dagli accordi del Comitato Permanente di
Consulenza Globale e di Garanzia per le Privatizzazioni di Ciampi e
celebrato poi dal Libro Bianco delle privatizzazioni di Vincenzo Visco”.
È così che il ponte Morandi finì poi nelle
mani di uno scherano speculatore privato e con termini di concessione
scandalosi ma pienamente approvati da Bruxelles nel suo furore d’imporre le privatizzazione all’Italia che ambiva ad entrare nell’Eurozona.
Da allora:
Lo Stato italiano perse ogni
possibilità di tutelare l’Interesse Pubblico nella maggioranza degli
snodi di sopravvivenza vitali dei suoi cittadini. E qui trovate i veri
colpevoli di questa strage, perché è compito dello
Stato vigilare in prima istanza, e CON SPESA SOVRANA, sui propri figli e
se esso abdica a queste prerogative, la prima colpa di catastrofi come
questa è sua, e in particolare della forza sovranazionale che gli impose
quella ignobile abdicazione.
Infatti, i Benetton sono entità speculative private, e quando gli speculatori sono lasciati liberi di agire da uno Stato evirato,
non puoi né devi aspettarti alcun riguardo per le vite umane. Gli
speculatori privati sono bestie da millenni, e tali rimarranno in
eterno. Gli Stati moderni nacquero proprio per controllarli, ma per
farlo devono rimanere SOVRANI.
Noi fummo evirati quel 7 febbraio
1992. Quindi ripeto con forza: se lo Stato mette nelle mani di
speculatori privati gli snodi di sopravvivenza vitali dei suoi cittadini
– come la Sanità o le Infrastrutture essenziali – ma sa di non aver più
i mezzi sovrani per COSTRINGERLI all'INTERESSE PUBBLICO esso è
scientemente complice della loro immoralità da profitto, e quindi è il
primo colpevole dei conseguenti drammi. Ma lo è ancor più lo strapotere a
Bruxelles che ve lo costrinse.
E allora chi ha uno straccio di
morale non si nasconda dietro ai cavilli di certa stampa: la
responsabilità materiale e morale per i (tantissimi) morti che sono
seguiti a quella CRIMINALE ESAUTORAZIONE di uno Stato sovrano sono solo
di chi la volle in Europa, e dei ‘padri’ italiani dell’euro.
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