venerdì 10 agosto 2018

Pensioni d’oro: in stand by il taglio promesso dal governo

Quest’estate, per i nababbi a carico dello Stato, sarà diversa”. Così il vicepremier Luigi Di Miao riferendosi al taglio delle pensioni doro, uno dei cavalli di battaglia insieme al reddito di cittadinanza, dei Cinque Stelle.
A fine giugno lo stesso ministero del lavoro e dello sviluppo economico aveva annunciato l’abolizione delle pensioni doro che per legge hanno un tetto di 4-5mila euro. Ad oggi però di provvedimento di legge in tal senso non v’è traccia. In queste settimane il Parlamento è stato impegnato sul decreto dignità e poi sul Milleproroghe, tralasciando il tema previdenza. Ma la dimenticanza avrebbe due spiegazioni come scrive oggi sul Corriere della Sera Lorenzo Salvia. La prima riguarda il fatto che formalizzare adesso la proposta di uno dei due alleati complicherebbe un equilibrio già difficile.
“Della manovra, in realtà, si sta già discutendo (…)  Le pensioni non sono state citate, né per l’intervento sugli assegni sopra i 4 mila euro né per la cosiddetta quota 100, cioè la possibilità di lasciare il lavoro quando a far 100 è la somma tra età anagrafica e anni di contributi versati. Questo non vuol dire che il capitolo pensioni resterà fuori dalla manovra: anche qui si tratterà di avviare un percorso, ma formalizzare adesso la proposta di uno dei due alleati complicherebbe un equilibrio già difficile (…)”.
Il secondo motivo, scrive Salvia, è ancora più politico.
“L’intervento sulle pensioni sopra i 4 mila euro è una proposta del Movimento 5 Stelle. Alla Lega non è mai piaciuta (…) la Lega, che ha già dovuto digerire la stretta sui contratti a termine voluta da Di Maio e criticata da buona parte del proprio elettorato, ha chiesto agli alleati di fermarsi e aspettare la legge di Bilancio. (…) L’idea alla quale hanno lavorato i tecnici di Di Maio prevede il ricalcolo con il sistema contributivo solo della quota dell’assegno che supera i 4 mila euro netti. Secondo i calcoli della Fondazione Tabula, le persone coinvolte sarebbero circa 100 mila con un taglio medio tra il 10 e il 12%. Il risparmio netto, fino a 600 milioni di euro, sarebbe destinato alle pensioni più basse”.

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