venerdì 19 settembre 2014

SCOZIA: ViNCE LA PAURA

Addio sogni d’indipendenza per la Scozia dopo che i “no” hanno vinto con il 55,3% contro il 44,7% degli indipendentisti. Esultano a Londra mentre per molti è una occasione persa di mettere in discussione gli equilibri europei.
Alla fine ha vinto la paura, ha vinto il “no” e per molti scozzesi che ci hanno creduto davvero organizzando sit-in, manifestazioni e incontri è stato un brusco risveglio quello di questa mattina. Il sogno di una Scozia indipendente è tramontato mentre si è concretizzata la vittoria degli Unionisti, forti di una campagna di terrore volta a far credere che una Scozia indipendente sarebbe stata travolta da un collasso economico senza precedenti. Così alla fine gli unionisti hanno vinto con il 55,3% contro il 44,7% degli indipendentisti guidati dal leader Alex Salmond che ha preso atto della storica sconfitta: “. “Accetto il verdetto del popolo e invito tutti gli scozzesi a fare altrettanto”. A Londra invece tirano un sospiro di sollievo dal momento che negli ultimi tempi lo spettro di una secessione della Scozia dopo trecento anni erano diventati preoccupanti. Ma Cameron assieme alla Regina e a vari vip britannici hanno cominciato a seminare dubbi e a scendere in campo attivamente per il “no”, e alla fine il loro impegno è stato premiato. La differenza l’hanno fatta circa 400.000 persone, questa la differenza tra i due milioni di voti per il “no” e il milione e seicentomila del “sì”, il tutto con un’affluenza storica dell’85%. Inizialmente si pensava che potessero vincere gli indipendentisti quando i primi dati arrivavano dalle contee scozzesi più remote, poi però i dati sono progressivamente cambiati premiando il “no”, anche grazie alla roccaforte Edimburgo che ha votato convintamente per gli unionisti con il 61% contro il 39%. Alla fine ha vinto dunque la maggioranza silenziosa, quella degli scozzesi impauriti dalle conseguenze dell’indipendenza in campo economico e politico. Non solo, il referendum scozzese era importantissimo anche per l’Europa dal momento che in molti guardavano proprio al referendum per prendere spunto. Stiamo parlando della Catalogna dove gli indipendentisti puntano a uno storico referendum il 9 novembre non riconosciuto da Madrid, e anche dell’Italia dove Salvini si è buttato a pesce sulla questione viaggiando in tempo di record in Scozia, giusto il tempo di veder perdere il “sì”. Con la differenza che mentre la Catalogna e la Scozia hanno delle motivazioni culturali per chiedere l’indipendenza, la Lega le ha create grottescamente a tavolino

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