C’è una differenza di fondo tra le favole e la storia ma negli ultimi
decenni,e soprattutto in Occidente,c’è il vizio di presentare sempre di
più la politica come se fosse una serie di favole che si succedono una
dopo l’altra. E’ il caso dell’incontro tra Matteo Renzi, nuovo
segretario dei Democratici e Silvio Berlusconi, presidente di Forza
Italia e leader dell’attuale opposizione al governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta.
Dopo più di due ore di colloquio,Renzi ha parlato di profonda sintonia tra lui e il Cavaliere sui tre argomenti che la politica italiana dovrebbe affrontare nel vicino più prossimo:la legge elettorale, il titolo quinto del testo costituzionale che riguarda le autonomie locali,l’abolizione del Senato. Peccato che sempre Berlusconi,ritornato anche attraverso questo incontro al centro della politica italiana,non voglia-come lo stesso Renzi-aspettare fino alla primavera del 2015 ma andare prima-non sappiamo ancora quando-alle elezioni.
Dopo più di due ore di colloquio,Renzi ha parlato di profonda sintonia tra lui e il Cavaliere sui tre argomenti che la politica italiana dovrebbe affrontare nel vicino più prossimo:la legge elettorale, il titolo quinto del testo costituzionale che riguarda le autonomie locali,l’abolizione del Senato. Peccato che sempre Berlusconi,ritornato anche attraverso questo incontro al centro della politica italiana,non voglia-come lo stesso Renzi-aspettare fino alla primavera del 2015 ma andare prima-non sappiamo ancora quando-alle elezioni.
Bisogna credere ancora alle favole, se si pensa ancora in questa
occasione che l’uomo di Arcore abbia accettato le tesi dei Democratici
senza averne un vantaggio per sè stesso, ancor prima che per la parte
politica che rappresenta, (avendoci abituato- in vent’anni di potere in
Italia- con il suo populismo autoritario, a decine di leggi ad personam a
distruggere in questo paese il già debole senso della legalità e della
fedeltà ai fondamentali principi della costituzione del 1948).
E il vantaggio sarà
con ogni probabilità nei meccanismi della legge elettorale o forse
ancora meglio nella riforma della giustizia che era nel programma del
primo governo Letta e sarà, con ogni probabilità, nel programma del
Letta bis se i due partiti maggiori decideranno-come sembra ormai
probabile,essendo esclusa una scissione nel PD come era apparsa non
escludibile nelle ore successive all’accordo Renzi- Berlusconi ma
che è stata subito esclusa dai capi della corrente che si autodefinisce
in quello che pure dichiara ancora di essere l’erede del vecchio
partito di Antonio Gramsci.
Insomma,come a volte si dice e si scrive,è difficile avanzare
indicazioni precise sui termini dell’accordo segreto tra i due maggiori
protagonisti,sembrerebbe a questo punto,del duello politico in Italia ma
che si tratti sull’uscita di Berlusconi dalle difficoltà giudiziarie in
cui ancora si trova(con il periodo da passare scontando la sua
interdizione presso i servizi sociali )o in modo da inventare meccanismi
elettorali che favoriscano il suo ritorno sulla ribalta nazionale non
c’è dubbio per chi non crede nelle favole di una volta che qualcosa ci
sia nelle due ore e più di colloquio tra Renzi e l’imprenditore amico di
Cosa Nostra.
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