La scuola è chiusa da sette mesi e le condizioni e persino i tempi della sua riapertura sono ancora nella totale incertezza.
Perché MANCANO insegnanti, tecnici, bidelli, servizi, aule presìdi sanitari, trasporti, organizzazione, informazione a studenti e genitori. E persino i tamponi mancano ancora.
Tagli di anni hanno distrutto la scuola pubblica come la sanità e la riapertura dell’anno scolastico sarebbe stata un macello anche senza il Covid. Però ci sono stati sette mesi per pensarci e darsi da fare e invece siamo ancora all’improvvisazione d’emergenza.
Mentre i guasti di fondo di vent’anni di “riforme” liberiste della scuola non vengono affrontati.
Mentre comincia la vergognosa caccia all’insegnante assenteista, quando i nostri docenti, causa Fornero, sono i più anziani d’Europa e mancano all’appello centinaia di migliaia di assunzioni.
Man mano che si avvicina la data della riapertura ricomincia il rimpallo di responsabilità tra governo e giunte regionali, esattamente come sulle mancate “zone rosse”, sull’apertura delle discoteche, su tutta la gestione sanitaria.
La verità è che il sistema italiano è fondato sul potere consociativo di governo e regioni e dopo sette mesi in cui dovevano predisporre la ripresa della scuola, da Conte a Bonaccini, da Fontana a De Luca, sono TUTTI egualmente colpevoli del caos che si annuncia.
Caos che purtroppo costringerà personale scolastico, studenti, genitori ad arrangiarsi e magari poi a sentirsi dire che sono eroi.
Dopo sette mesi non ci sono giustificazioni per tutta la classe politica di governo, comunque schierata, che ancora una volta mostra tutta la sua indecente incapacità ad affrontare la crisi.
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