lunedì 3 ottobre 2016

Shimon Peres: l’uomo del nucleare di Israele

L’ex Primo Ministro e Presidente di Israele, Shimon Peres, è stato un marchio di successo. E’ stato presentato al mondo come signorile, saggio, sostenitore della pace, e voce razionale nel mezzo di un conflitto considerato insensato e senza fine.
Ora che è morto a 93 anni, i media internazionali sono pieni di omaggi toccanti e di elogi commoventi del vincitore del Premio Nobel per la Pace, uno dei più perspicaci ‘padri fondatori’ di Israele, che è stato anche considerato un ‘gigante tra gli uomini’.
Queste caratteristiche erano basate sul sentimento piuttosto che sui fatti, e tuttavia, una completa conoscenza dell’eredità dell’uomo dura ancora certamente tra molti palestinesi, libanesi e difensori della pace e della giustizia in Medio Oriente.
La verità è che Peres non è stato mai veramente un paciere, non ha mai lavorato tanto per raggiungere compromessi politici giusti ed equi che avrebbero preservato la dignità e i diritti dei palestinesi, unitamente alla salvaguardia del futuro del suo popolo. Di fatto Peres era un massimalista, un uomo che apertamente spingeva avanti le sue idee allo scopo di raggiungere i suoi obiettivi, indipendentemente da quale fosse il metodo o il prezzo.
Non era neanche un leader con qualità specifiche che gli permettevano di eccellere in particolari campi della politica. Era, invece, la ‘incarnazione della quintessenza del politico israeliano che scambiava i ruoli e che cambiava marchio quando l’occasione o il ruolo lo richiedevano.
“Per vari decenni Peres è stato primo ministro (due volte) e presidente, anche se non ha mai realmente vinto un’elezione nazionale completamente ,” ha scritto Ben White su Middle East Monitor. “E’ stato membro di 12 governi e ha avuto dei periodi come ministro della difesa, degli esteri e della finanza.”
Era anche definito “guerriero” in patria e ‘colomba’ della pace nei forum internazionali. Ha dato sempre l’impressione di essere gentile e formale, e i media occidentali spesso accettavano quella immagine sbagliata facendo poche domande.
Per molti, però, Shimon Peres era un falso profeta. Come Ehud Barak, Tzipi Livni, Ehud Olmert e altri era un ‘paciere’ soltanto di nome ed era definito così soltanto da coloro di cui soddisfaceva gli ideali.
Temendo che la sua reputazione di “troppo tenero ” per guidare Israele, che di solito è comandato da generali temprati dalla battaglie, avrebbe influenzato la sua posizione tra gli elettori, Peres spesso infliggeva punizioni al popolo palestinese e a quello libanese. La sua storia è stata piena di brutali crimini di guerra che restavano impuniti.
Anche se viene ricordato per aver ordinato il bombardamento di un rifugio dell’ONU nel villaggio libanese di Qana nel 1996, che uccise e ferì centinaia di persone innocenti, la lista dei suoi crimini di guerra collegati al suo nome è lunga quanto la sua carriera. E’ restato, proprio fino alla fine, un fedele sostenitore delle guerre del governo israeliano di destra contro Gaza e dell’assedio a quella regione impoverita e tradita.
Anche come ‘paciere’ ha fallito terribilmente. Ha perorato gli Accordi di Oslo come un trattato politico che avrebbe rafforzato l’occupazione israeliana e trasformato quel poco che restava della Palestina storica in Bantustan *scollegati, come era successo, forse anche in misura peggiore, nel Sudafrica dell’apartheid. Certamente, comunque, Peres si assunse la responsabilità oppure espresse alcun rimorso per la conseguente situazione critica dei palestinesi.
Cionondimeno, il marchio di Shimon Peres è vecchio. Attraversa tutto il corso della sua lunga carriera, cominciando da quando entrò nelle milizie sioniste clandestine, prima che Israele si stabilisse sulla terra palestinese espropriata. Al suo gruppo militante, Haganah, fu affidata l’attuazione del Piano Dalet che mirava, sostanzialmente, alla pulizia etnica della popolazione palestinese della sua patria storica.
Essendo uno dei ‘discepoli di David Ben Gurion’, il Primo Ministro di Israele’, Peres “trascorse la sua lunga carriera politica sotto i riflettori,” anche se “i suoi più grandi successi venivano preparati nell’ombra,” secondo Yaron Ezrahi, un professore di politica all’Università ebraica di Gerusalemme, come citato da Jonathan Cook.
Uno dei suoi successi è stata la bomba nucleare. Anche se vari paesi del Medio Oriente, soprattutto l’Iraq e l’Iran vengono spesso derisi per le armi nucleari che non hanno mai posseduto, Pers è stato il padre fondatore nella regione delle armi di distruzione di massa.
“Peres, come il suo mentore, credeva che la bomba israeliana fosse la chiave per garantire la posizione di Israele – sia a Washington, D.C. che tra gli stati arabi – come potenza incontestabile in Medio Oriente,” ha scritto Cook.
Eludendo le proteste americane, Peres ha “reclutato” l’appoggio clandestino di Gran Bretagna, Francia, Norvegia e di altri paesi per realizzare la sua ambizione.
Tuttavia, durante tutta la sua carriera, Peres non smise mai di parlare di ‘pace.’ La sue retorica e la faccia atteggiata a ‘sincerità’ soddisfaceva anche suoi rivali politici per la giustapposizione di Peres amante della pace rispetto, per esempio, al guerrafondaio Ariel Sharon, la quale mostrava Israele come paese con sane istituzioni democratiche.
Tuttavia, la vera presa in giro è che le differenze tra Peres e i suoi rivali che comprendevano anche l’ex Primo Ministro israeliano, Yitzhak Shamir, erano a malapena evidenti, e soltanto rilevanti all’interno del contesto politico e storico di Israele.
Per esempio, Shamir che guidò il governo dal 1983 al 1984, e, di nuovo dal 1986 al 1992, era membro del gruppo terrorista paramilitare sionista, Lehi, noto anche come Banda Stern, nell’epoca in cui Peres era membro dell’Haganah. Durante tutte le loro carriere di militanti e di politici, entrambi hanno collaborato sull’argomento della pulizia etnica, hanno dichiarato guerre, hanno esteso le colonie ebraiche illegali, e hanno rafforzato l’occupazione militare della terra Palestinese dopo il 1967.
Tuttavia, il ’signorile’ Peres sceglieva accuratamente le sue parole ed era effettivamente un diplomatico astuto, mentre Shamir era un personaggio brusco e sgradevole. Per quanto riguarda la differenze pratiche, tuttavia, gli esiti finali delle loro politiche erano praticamente identici.
Un esempio particolarmente deplorevole di questo è stato il governo di unità di Israele nel 1984 che aveva una composizione della leadership molto peculiare che comprendeva sia Shamir del partito di destra Likud e Peres del partito laburista che all’epoca era nella prima fase della sua “reinvenzione” come ‘colomba.’ Yitzhak Rabin fu destinato all’incarico di Ministro della Difesa).
Questi due individui che sono stati al timone della leadership israeliana costituivano la peggiore combinazione possibile dal punto di vista dei palestinesi che vivevano nei territori occupati. Mentre Shamir e Perez avevano il ruolo rispettivamente di intransigente e di ricercatore della pace, di fronte alla comunità internazionale, entrambi i personaggi e i loro governi erano a capo di un retaggio saturo di violenza, dell’annessione illegale della terra palestinese e dell’espansione degli insediamenti.
Il numero di coloni ebrei che si erano trasferiti nei territori occupati, tra il 1984 e il 1988, aumentò considerevolmente, contribuendo a una politica di lenta annessione della terra palestinese e, prevedibilmente, della pulizia etnica di molte altre persone.
Nell’ottobre 1994, a Peres, insieme a Yasser Arafat e a Yitzhak Rabin, fu assegnato il Premio Nobel per la Pace. Mentre Rabin venne assassinato da un estremista ebreo e Arafat morì a causa di un sospetto avvelenamento, Peres è vissuto fino a 93 anni, difendendo l’interesse di Israele a spese dei palestinesi, proprio fino alla fine, giustificando le guerre israeliane, l’assedio e l’occupazione militare.
Gli Israeliani e molti media occidentali tradizionali possono pur lodare Peres come un eroe, ma per i palestinesi, i libanesi e per moltissimi altri, è un altro criminale di guerra che è scampato a qualsiasi obbligo di rispondere dei suoi innumerevoli misfatti.

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