Credo che ben poche persone siano mai state
pienamente convinte dell’utilità dei vari assembramenti dei potenti
della Terra quali i vari G8, G20 etc.. Se facciamo un
bilancio di questi eventi, rileviamo a mio parere quattro criticità di
base: 1) le vere decisioni strategiche a livello globale non sono mai
state assunte in questi fora, ma piuttosto nelle riunioni dei
governatori delle Banche Centrali; 2) i costi di organizzazione e
gestione di tali eventi, compresi ovviamente quelli per la sicurezza e
per la popolazione che ha la sciagura di vedere la propria città
sequestrata per qualche giorno, sono esorbitanti rispetto alla loro
utilità; 3) questi summit si sono rivelati una splendida occasione per
ricompattare i vari movimenti di contestazione che, in un primo momento,
avevano degli argomenti forti da proporre in contrasto alle politiche
mondiali ma che, ultimamente, si organizzano solo per mostrare muscoli e
scatenare violenza, molto ben aiutati – c’è da ammetterlo – dalla
reazioni spesso spropositate delle forze dell’ordine; 4) tali meeting
sono antistorici e non stanno al passo coi tempi, prova ne sia che
l’Italia fa ancora parte del G8 pur essendo la nona economia mondiale e
che i paesi emergenti si devono inventare fora paralleli per far sentire
la loro voce, inascoltata nonostante l’evidente ribaltamento delle
posizioni economiche globali attualmente in atto.
A tutto ciò si aggiunge poi la scoperta recente – ma
non sorprendente – di come alcuni Paesi ospitanti tali summit (leggasi
Russia) abbiano sfruttato l’occasione per rafforzare il loro sistema di spionaggio,
regalando alle delegazioni partecipanti raffinatissimi gadget dotati di
sistemi di cattura dati sensibili (sia vocali che scritti).
Personalmente mi fa impressione pensare che i massimi potenti della
terra, una volta tornati a casa dal G qualcosa, consegnino i regali
offerti dal Paese ospitante ai propri servizi di sicurezza per
verificare che non vi sia qualche trucco nascosto. Mi chiedo infatti
quale possa essere il livello di fiducia presente nelle discussioni per decidere le sorti dell’umanità se nella sala aleggia il dubbio che ci si spii a vicenda.
Per questo motivo ritengo che la fase dei summit organizzati da un Paese ospitante dovrebbe essere conclusa per tornare al vero multilateralismo in campo neutro: leggasi Nazioni Unite.
Certo, l’organismo non riscuote ampi consensi in vari strati
dell’opinione pubblica, ma alla fine dovrete ammettere che è ad oggi
l’unico vero meccanismo di tutela per garantire piena trasparenza e
terzietà di fronte a tutti i Paesi membri. Da oggi in poi, sarebbe
auspicabile che tutte le riunioni di questo genere si tenessero sempre e
comunque nella sede e sotto l’egida ONU, che dovrebbe garantire appunto
la sicurezza di tutte le delegazioni, la piena parità e legittimità
delle posizioni rappresentante etc.., senza quel meccanismo perverso per
cui il Paese ospitante detta l’agenda dei lavori, elemento che già a
mio parere rappresenta un vulnus iniziale alla corretta e paritaria
gestione dell’evento.
Desidererei che i paesi della vecchia Europa, che in
questa congiuntura di spionaggio mondiale hanno mostrato di saper tenere
la schiena dritta ed hanno dato prova di equilibrio e dignità, oltre ad
avere una consolidata abitudine al multilateralismo grazie
all’esperienza dell’Unione Europea, avanzassero congiuntamente una
posizione forte di questo tipo: mai più G8 o G20 se non in campo neutro,
nel Palazzo di Vetro. Sarebbe un ottimo segnale per far capire che i
vari scandali di spionaggio non sono accaduti invano e che, come succede
nella vita di tutti i giorni, ad ogni azione scorretta occorre
rispondere con una reazione forte e decisa, per annullarne gli effetti.
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