lunedì 1 luglio 2013

LE IDEE CONFUSE DELLA SANTANCHE'


L’onorevole Daniela Santanchè è una femminista d’acciaio. Difende con tutte le sue energie la causa delle donne tant’è che alla lettura del verdetto pronunciato dal Tribunale di Milano sul Cavaliere si è dichiarata addolorata non tanto e non solo per la condanna inflitta al suo padre spirituale, ma per quelle tre donne componenti la Corte che si sono scagliate contro un’altra donna vittima innocente «pura siccome un angelo», come Germont definisce sua figlia nella Traviata.

È stato un massacro al femminile, ha detto la Santanchè.
Questa sua vocazione alla difesa del gentil sesso l’ha rinnovata il giorno dopo nel momento in cui nei corridoi di Montecitorio è circolato il nome di Marina Berlusconi, possibile erede della corona del padre qualora certe circostanze, a tutti note, costringessero l’eterno tombeur de femme a liberare la casella.
Non sempre però la Santanchè è stata schierata a priori dalla parte delle donne. Ad esempio, quando scoppiò lo scandalo Noemi (altra minorenne all’attenzione del Cavaliere) e l’allora moglie Veronica Lario chiese il divorzio dall’infuocato marito, definendolo un malato affetto da priapismo, la Santanchè, la perfetta gentildonna, femminista tutta di un pezzo non esitò a insinuare che la bella Veronica se la intendeva con un suo body guardian e quindi non aveva titoli di parlare di certi argomenti (supponiamo le corna).
Altra verace supporter di Berlusconi è l’onorevole Michaela Biancofiore, nonché sottosegretario di Stato, che si è talmente immedesimata nell’ultima tegola caduta in testa al suo amato capo da indurla ad annunciare un suo ricorso personale contro la sentenza del Rubygate all’Alta Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.
È vero che «l’amore non è polenta», ma questa signora che ricopre una carica di governo non può ostentare alla televisione la sua crassa ignoranza poiché compromette la sacrosanta causa del femminismo. Perché? 1) I ricorsi all’Alta Corte Europea possono essere presentati soltanto dalle presunte vittime della malagiustizia; 2) i ricorsi sono possibili soltanto dopo l’ultimo grado di giudizio.
Consigliamo al premier delle larghe intese un corso accelerato di culturauropea per i membri del suo governo.

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