giovedì 20 giugno 2013

L'ITALIA IMPAZZITA

E ogni volta si dice: “Siamo alle comiche finali”, ma la fine non arriva mai. La ridicola storia d’Italia si scrive con i toni di un’interminabile soap opera, col colpo di scena che in teoria – e solo in teoria – dovrebbe condurci all’attesa spasmodica della prossima puntata che sarà – semmai possibile – più ridicola di quella precedente. L’impoverimento del lessico “politico” si aggrava come un malato terminale ogni giorno di più, aggiungendo svilimento e ignoranza alla devastazione morale e culturale delle generazioni presenti e future.
Impossibile, ormai, discutere di politica persino con gli amici, in qualche modo piegati dal “nuovismo” imperante che non ammette dissenso e fluidità di pensiero. Sei contro l’inutile grillismo? Allora sei uno del PD. Sei contro il PD? Allora sei un berlusconista o un grillista. A nessuno viene in mente di razionalizzare, di comprendere che c’è anche chi salva il neurone, restando dalla parte della politica. A nessuno viene in mente di rivalutare il senso della “politica”, che potrebbe far comprendere come nessuno – in questo momento storico – sia persona avente diritto. Nessuno sia, persona rappresentata in Parlamento.
Non avendo diritto al voto, non abbiamo eletto un Parlamento. Abbiamo in qualche modo legittimato il volere di terzi, lasciando che l’ultimo baluardo di parvenza democratica venisse demolito, in nome di una “crisi economica” creata al fine di salvaguardare le ultime risorse rimaste, e i grandi capitali.
Nessuno normodotato, potrebbe pensare che “ridere” della farsa buffonesca di un comico in disarmo, protetto dagli adepti di una setta che ridicolizzano le istituzioni col “chiedi scusa e cospargiti il capo di cenere”, potrebbe voler dire apprezzare il “minchionismo” di un giovane Letta, che al termine di un meeting a otto vien fuori dicendo: “Il piano per la disoccupazione giovanile è sulla rampa di lancio!” Nessuno dovrebbe pensare che restare allibiti per tale minchionismo, voglia dire che allora si è dalla parte di quel debosciato di Arcore, che ancora una volta – istituzionalmente – propone di far della disonestà metodo legalizzato, o peggio qualcosa di diverso dal criminale che è. Ed è al governo, col suo pupazzo seduto accanto a Letta, ed anche ministro – che non era già abbastanza! –
Sentir gioire il governo di destr sinistr per “gli accordi con i paradisi fiscali” lo stesso giorno che l’Irlanda inquisisce il pluri inquisito debosciato di Arcore, è qualcosa di meraviglioso. Un po’ kafkiano, a tratti machiavellico. Divertente il silenzio calato sulla notizia, spifferata con pudore e vergogna dai giornali che ormai non son più buoni nemmeno per farci cagare sopra gli uccellini in gabbia.
Siamo alle comiche che non finiscono mai, e che forse a questo punto, potranno finire solo quando ci tornerà un po’ di quella dignità che ogni “persona” (che manco più cittadini possiamo dire) deve sentire forte in sé. Il giorno in cui ricorderemo che come prima regola, le persone hanno dei diritti e dei doveri. Le comiche, forse finiranno quando finalmente avremo un po’ di democrazia e tanta libertà. Oh, già. E ora dovrei spiegare che libertà non è quella cosa brutta che molti pensano che sia, ma si è fatto tardi …!

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