giovedì 1 aprile 2010

CHI HA VINTO E CHI HA PERSO?

Le recenti elezioni regionali ci hanno consegnato una situazione per cui tutti i partiti si dicono essere soddisfatti del risultato o quantomeno non delusi dalla loro prestazione.
Bersani da un lato ribadisce il fatto che il centro sinistra comunque numericamente ha battuto 7 a 6 il centro destra per regioni conquistate e Berlusconi dall'altra che fa valere il fatto che il centro destra ha strappato ben 4 regioni dove prima governava la sinistra.
Ebbene a mio modo di vedere quello che si può ritenere relamente soddisfatto è proprio quest'ultimo, cioè il Cavaliere, che, unico governante in Europa, ha saputo tenere in termine di voti e non è crollato come ad esempio Sarkozy in Francia che ha pagato oltremodo la crisi che sta investendo tutto il mondo occidentale.
La cosa stupefacente è che la sinistra italiana non sia riuscita nemmeno ad intercettare, in questo momento di crisi generale, gli umori ed il sentire delle persone e del ceto medio basso lasciando ancora una volta a Berlusconi il monopolio di certe tematiche quali lavoro ed immigrazione.
La sinistra ha perso il suo elettorato ed il suo tessuto sociale, ora la classe operaia vota lega e Pdl per la gran parte, non certo Pd.
D'altro canto la sinistra ha pagato l'inefficenza totale, per non dire di peggio..., dei suoi governatori locali quali Bassolino, Loiero e Marrazzo, e giustamente hanno pagato dazio in tali regioni.
Da segnalare, oltre ovviamente la marea leghista al nord che hanno portato Cota in Piemonte e Zaia in Veneto alla vittoria, la lista di Beppe Grillo che si è permessa il lusso di contribuire a far perdere, risultando di fatto decisiva, la Bresso in Piemonte e ad avere eletti due consiglieri regionali proprio in Piemonte ed in eEmilia Romagna arrivando al 7% dei consensi.
La lista di Grillo ha saputo coagulare a se parte dei voti degli scontenti e dei disaffezionati della politica, erodendo anche voti al centrosinistra soprattutto.
Per il futuro vedremo se e come la sinistra saprà risollevarsi dall'ennesima batosta (in Lazio è riuscita a perdere nonostante alla Polverini mancasse la lista Pdl!!!) e se la Lega che ora ha in mano il Nord riuscirà a porre in atto quei cambiamenti più volte solo annunciati fin ora.

martedì 9 marzo 2010

LE REGOLE SONO UGUALI PER TUTTI?

La recente vicenda delle liste elettorali con il conseguente decreto salva liste firmato da Napolitano ha messo in luce diversi aspetti, a mio parere molto negativi, che è utile analizzare per capire il livello di degenerazione che ha raggiunto la classe politica italiana nel suo complesso.
C'è da capire se le leggi e le regole valgono per tutti oppure per i potenti e per i soliti noti del governo vi è un trattamento particolare e mi spiego meglio: se un comune cittadino si presenta ad un concorso in ritardo sull'orario previsto di inizio voi pensate venga riammesso a concorrere? Se un comune cittadino presenta la documentazione prevista per un appalto o per un qualsiasi bando pubblico fuori tempo massimo pensate voi che la sua pratica venga tenuta in considerazione? in entrambi i casi io risponderei di no! Ora vi è da capire come mai se quelli del PDL presentano le liste fuori tempo massimo essi vengono comunque salvati e riammessi con un apposita legge fatta a doc per loro. Vi è inoltre da dire che quest'ultimi hanno mostrato un incompetenza totale ed una perdita di credibilità che peserà anche sul consenso elettorale del Popolo delle Libertà alle regionali, errore madornale quindi sotto tutti gli aspetti.
Coloro che sostengono il decreto firmato da Napolitano dicono che comunque andava garantita la possibilità del voto agli elettori del PDL sia in Lombardia e sia in Lazio, allora la legge e la costituzione cui tanto Napolitano sbandiera, quasi fosse un oracolo, è carta straccia, visto che poi anche se una lista presenta le candidature in modo irregolare viene comunque riammessa..alla faccia della democrazia; la democrazia è fatta di regole e chi non le rispetta ne paga le conseguenze, mi spiace dirlo ma questa volta Napolitano non doveva firmare il DL salva liste e gli elettori di centro destra che non potevano votare o che comunque non avrebbero avuto la possibilità di votare specificatamente per il PDL nella scheda elettorale dovrebbero solo prendersela con l'incapacità dei dirigenti del suo partito non con la sinistra o con chissa' chi altro.

venerdì 5 febbraio 2010

NON SPARIAMO A ZERO SU MORGAN

In questo mio post vorrei affrontare il tema che ha così fatto scalpore e scandalizzato i benpensanti sulle dichiarazioni del cantante Morgan che ha ammesso di fare uso di cocaina da anni e che la ritiene un elemento che le consente di affrontare meglio la vita diciamo o che comunque lo sorregge nei momenti di depressione.
Premetto subito che queste dichiarazioni "spot" a favore della droga non sono di buon gusto e sono di pessimo esempio per il mondo giovanile che egli vuole rappresentare.
Ma io mi scandalizzo molto di più per quelle finte verginelle del mondo dello spettacolo che hanno additato Morgan come il male assoluto della società, come il simbolo della devianza come se non si sapesse che gran parte dei divi della musica e dello spettacolo fanno uso di sostanze stupefacenti per non parlare anche di una fetta di politici. Ecco Morgan ha sbagliato a dichiarare quelle cose, e su questo non ci piove minimamente, ma forse la sua colpa è stata quella di esser stato troppo sincero sulle sue debolezze e sui suoi problemi, l'accanimento che si è mostrato nei suoi confronti è eccessivo e magari anche quei benpensanti che ora lo criticano in passato hanno fatto uso anche loro di droghe e altre schifezze simili.
Se non si vuole a sanremo Morgan non si doveva accettare nel passato neppure Vasco Rossi per esempio visto che è acclarato che anch'egli faceva uso di sostanze stupefacenti ma l'ipocrisia di un certo mondo dello spettacolo chiude gli occhi per il business economico di fronte a certe situazioni.
Si preferisce scegliere un capro espiatorio e crocefiggerlo per lavarsi tutti la propria coscienza, compresa la Rai che fa la moralista su questo episodio ma poi manda in Tv all'ora di cena scene di guerra, sesso e quant'altro che va contro la morale comune.

lunedì 11 gennaio 2010

L'UDC DA CHE PARTE STA?

Con l'avvicinarsi delle elezioni regionali, che si svolgeranno nel prossimo Marzo, mi preme focalizzare l'attenzione sul partito di Pierferdinando Casini che si presenterà a questa competizione elettorale in un ruolo particolare, cioè senza vincolo di coalizione ma alleandosi a macchia di leopardo a seconda delle varie situazioni locali regionali di volta in volta con il centrodestra o con il centrosinistra.
Capiterà quindi di vedere l'Udc alleato con la Lega ad esempio in Veneto e contro la Lega e con il centrosinistra in Piemonte ad esempio.
Questo comportamento di una politica dei "due forni" era di prassi anche per la vecchia democrazia cristiana e sorge il dubbio che essa venga messa in atto non tanto per essere l'ago della bilancia ma per stringere alleanze con i possibili governatori vincenti per poi spartirsi le nomine ed i posti; esempio, in Veneto si sa che quasi sicuramente vincerà Zaia il leghista, bene l'udc va col centrodestra....nelle regioni rosse è presumibile che vinca il centrosinistra e che si fa? Ci si allea col centrosinistra! Portando a motivazione di tali ambigue alleanze variabili il fatto che il bipolarismo è da cambiare, che PD e PDL sono partiti che non vanno bene, e facendo credere che l'Udc possa essere il vero, osannato centro della politica italiana.
Ma comportandosi cosi, invece, si rafforza il bipolarismo tanto deprecato da Casini & C, facendo vincere a mani basse, alleandosi con l'uno o con l'altro proprio PD e PDL, i nemici tanto odiati; è questa l'ipocrisia dell'Udc che strepita contro la Lega e poi la appoggia in Lombardia; se avessero voluto veramente combattere i due poli l'Udc doveva far scendere in campo dei proprio personali candidati governatori per combattere gli odiati nemici, non allearsi con essi...questo è un atteggiamento a mio avviso ipocrita che cela solamente il solito istinto di potere e di poltrone che pervade tutti i partiti della politica italiana.

giovedì 17 dicembre 2009

DOPO L'ATTACCO A BERLUSCONI SARA' GUERRA O PACIFICAZIONE TRA I DUE POLI?

Come d'obbligo ha tenuto banco in questi giorni pre-natalizi nella discussione politica il vile attacco perpetrato ai danni del Presidente del Consiglio Berlusconi, vittima di un pazzo, Massimo Tartaglia il suo nome, che ha violentemente scagliato contro il viso del premier una statuetta-souvenir del Duomo di Milano provocandogli seri danni al volto.
Direi che è d'obbligo, scontato e naturale dare piena solidarietà al premier e condannare senza se e senza ma il gesto inconsulto di una persona, Tartaglia, che da ben 10 anni è sotto cure psichiatriche per disturbi mentali.
Fatta questa doverosa premessa ci terrei a ribadire però che non mi è piaciuta affatto la gazzarra e la gara a chi la spara più grossa che si è scatenata dopo l'attentato, con parole pesanti da una parte e dall'altra: Di Pietro che dice che in pratica Berlusconi istiga e quindi se l'è cercata e gli sta bene, e parte del centrodestra che invece additava l'opposizione come mandante morale e materiale del vile attacco subito dal premier, invece di cogliere il fatto che Tartaglia è un folle che ha agito da solo.
Credo che siano volate parole grosse da una parte e dall'altra ed il clima di pacificazione invocato da Napolitano a mio parere è stato ben poco messo in pratica dai due poli.
La discussione su tutti i giornali ed i media sta prettamente nel capire chi alimenta e fomenta l'odio verso l'avversario politico tale poi da provocare in persone fragili, malate e condizionabili azioni di questo tipo...beh direi che entrambe le fazioni politiche sono responsabili: il centro sinistra a volte esagera nell'antiberlusconismo ad oltranza e fazioso, per alcuni esponenti della sinistra Silvio è responsabile di qualsiasi cosa negativa accada in Italia, lo accusano di essere persino mafioso e mandante delle stragi del '92 dove morirono Falcone e Borsellino, nel versante del centro destra la faziosità e l'ottusità nel difendere sempre e comunque il premier anche quando è indifendibile, da parte dei soldatini di corte vedi Bonaiuti, Cicchitto, Bondi, Capezzone è a dir poco irritante e dimostra una pochezza politica assoluta.
Inoltre pure il Cavaliere ed il suo entourage non risparmiano parole di fuoco contro la magistratura e altri poteri dello stato che vengono sistematicamente delegittimati ed offesi oppure pronuncia parole pesanti come quando disse nel 2006 che chi vota la sinistra sono cretini.
A mio parere non siamo ancora al clima degli anni di piombo ma credo che la moderazione d'ora in poi sia d'obbligo per tutti, questo per evitare che succedano atti simili a questo o anche tragicamente peggio.

giovedì 3 dicembre 2009

L'EVOLUZIONE DEI PARTITI E DEL POPOLO

In questo mio nuovo post vorrei focalizzare la mia attenzione sui blocchi sociali che votano il centrodestra e sui blocchi sociali che votano il centrosinistra per capire negli anni come è cambiata la nostra società, il nostro paese, e come i nostri partiti si siano modificati con il trascorrere degli anni.
Partiamo dal centrosinistra, ora PD e Di Pietro, prevalentemente gli elettori di tali partiti sono lavoratori dipendenti, impegati, lavoratori statali, professori, magistrati (massicci nel caso di Di Pietro), quadri dirigenziali, in una parola borghesi o comunque colletti bianchi.
La situazione si è completamente trasformata rispetto agli anni 70-80 ove invece la sinistra ed in quel caso il PCI aveva il consenso della stragrande maggioranza degli operai e delle fabbriche; questo completo cambio di blocco sociale è accaduto per colpa di una perdita progressiva di identità della sinistra italiana e di politiche completamente sbagliate.
I vari Calearo, Colaninno & C., nella sinistra di 15-20 anni fa...la vera sinistra, ovviamente non ci sarebbero mai stati e nemmeno gli avrebbero voluti.
Analizziamo ora il versante di centro destra dove la fanno da padrone il PDL e la Lega Nord; ebbene la grande capacità di questi due partiti "nuovi", nel senso nati nella seconda repubblica, è stata quella di attrarre i voti della base, degli operai, dei pensionati, delle casalinghe, della gente semplice, cioè degli elettori storici della sinistra italiana. Da un sondaggio di poco tempo fa si evince che nelle fabbriche, sia nel nord che nel sud il voto per il centro destra è massicciamente superiore rispetto a quello del centrosinistra.
Fermo restando che PDL e Lega hanno ovviamente dalla sua anche i voti degli imprenditori e commercianti, la cosa che stupisce è questo secco passaggio di voti dei ceti popolari da sinistra a destra; possiamo dire inoltre, senza offesa per alcuno ma solo con ironia, che il tipico elettorato berlusconiano è cresciuto a pane e canale 5, tra televendite e telenovelas, tra la De Filippi e Forum, formandosi una certa visione della vita, della società, di pensare, che poi porta elettoralmente a fare certe scelte di campo ben precise; è questo un elettorato nuovo ma maggioritario visto che oggi si è in una società dove la Tv e la comunicazione la fa da padrone e Berlusconi è il prodotto perfetto di tale operazione, non poteva che essere lui il premier dell'Italia in questo momento. Il suo popolo, e qui ci credo, lo ama profondamente Berlusconi perchè in lui si riconosce con i suoi pregi ed i suoi difetti (tanti...), crede ciecamente in quel che dice, non ha dubbio alcuno che il grande capo possa in alcun modo essere in malafede, egli è solamente un totem da seguire e basta, è alla stregua di una star del cinema o dello spettacolo, lo ami e basta.
Ecco, il popolo "berlusconiano" manca di analisi critica a mio parere...c'è un indagine, colpa dell'accanimento di un magistrato, chi critica il partito e Berlusconi è un comunista chiunque esso sia (compreso Fini tra poco) e via dicendo....negano il conflitto d'interesse o meglio dicono che c'è ma non ostacola la vita politica ma che anzi tutti i giornalisti sono comunisti e Silvio un perseguitato, sono pronti a giustificarlo nella vicenda escort solo perchè a differenza di Marrazzo lui è andato con donne e non con trans, non vendendo invece il grave degrado morale che comunque vi è dietro quella vicenda.
Insomma per concludere, la società, i partiti e gli italiani sono cambiati nel corso dei decenni e mi sto convincendo sempre di più che la massima che dice che ogni popolo ha i governanti che si merita sia verissima ed attualissima.

giovedì 12 novembre 2009

LA PSEUDO RIFORMA DELLA GIUSTIZIA ITALIANA

In questi giorni si fa un gran parlare della possibile riforma della giustizia che dovrebbe essere presentata alle camere e dell'intesa che Fini e Berlusconi si dice abbiano raggiunto su questo scottante tema.
Mi preme sottolineare e premettere, onde evitare equivoci, che la giustizia italiana è malata da anni ormai, e che i processi sono diventati un calvario e una via crucis per i cittadini, i procedimenti e le cause pendenti vanno avanti ormai più di 10 anni ed a volte non se ne vede mai la fine, questo non è fare giustizia, non è accertare la verità, anzi il contrario direi.
L'italia inoltre necessitava urgentemente di una riforma in tal senso visto che anche l'europa ce la sollecitava ormai quotidianamente con richiami e multe che dovevamo pagare per il numero elevato di processi che rimangono arretrati e per i troppi carichi pendenti.
Detto questo però va precisato che non si può usare il pretesto di riformare la giustizia per fare un ennesimo provvedimento a favore del premier tipo quello che si voleva fare sulla prescrizione breve dei reati...che avrebbe "casualmente" favorito anche il premier.
La giustizia necessita di ben altri interventi, quali l'informatizzazione e digitalizzazione dei sistemi e delle banche dati, più fondi economici, e interventi di tipo strutturale, non leggi tampone come quella che si vorrebbe approvare che non andrebbero a risolvere il problema di fondo.
Nel DDL in esame c'è scritto che si vuole accorcare i processi a 6 anni come limite massimo, ma se non si cambia strutturalmente il sistema giustizia alla radice con una serie di riforme che accompagnino di pari passo questa legge del processo breve, questo obiettivo non sarà mai tecnicamente possibile raggiungerlo e si rischia invece solo di mandare all'aria una serie enorme di procedimenti anche importanti quali, si dice, processi Cirio, Parmalat, ecc....
Speriamo comunque che quella che il Parlamento varerà non sia una ennesima legge cucita su misura per "qualcuno" ma che avvantaggi veramente i cittadini che chiedono certezza della pena e rapidità di giudizio non leggi salva premier.
Il livello di democrazia di un paese si misura anche dall'efficienza della propria macchina giudiziaria, e purtroppo noi italiani in questo momento siamo molto ma molto indietro sotto questo punto di vista.