giovedì 3 dicembre 2009

L'EVOLUZIONE DEI PARTITI E DEL POPOLO

In questo mio nuovo post vorrei focalizzare la mia attenzione sui blocchi sociali che votano il centrodestra e sui blocchi sociali che votano il centrosinistra per capire negli anni come è cambiata la nostra società, il nostro paese, e come i nostri partiti si siano modificati con il trascorrere degli anni.
Partiamo dal centrosinistra, ora PD e Di Pietro, prevalentemente gli elettori di tali partiti sono lavoratori dipendenti, impegati, lavoratori statali, professori, magistrati (massicci nel caso di Di Pietro), quadri dirigenziali, in una parola borghesi o comunque colletti bianchi.
La situazione si è completamente trasformata rispetto agli anni 70-80 ove invece la sinistra ed in quel caso il PCI aveva il consenso della stragrande maggioranza degli operai e delle fabbriche; questo completo cambio di blocco sociale è accaduto per colpa di una perdita progressiva di identità della sinistra italiana e di politiche completamente sbagliate.
I vari Calearo, Colaninno & C., nella sinistra di 15-20 anni fa...la vera sinistra, ovviamente non ci sarebbero mai stati e nemmeno gli avrebbero voluti.
Analizziamo ora il versante di centro destra dove la fanno da padrone il PDL e la Lega Nord; ebbene la grande capacità di questi due partiti "nuovi", nel senso nati nella seconda repubblica, è stata quella di attrarre i voti della base, degli operai, dei pensionati, delle casalinghe, della gente semplice, cioè degli elettori storici della sinistra italiana. Da un sondaggio di poco tempo fa si evince che nelle fabbriche, sia nel nord che nel sud il voto per il centro destra è massicciamente superiore rispetto a quello del centrosinistra.
Fermo restando che PDL e Lega hanno ovviamente dalla sua anche i voti degli imprenditori e commercianti, la cosa che stupisce è questo secco passaggio di voti dei ceti popolari da sinistra a destra; possiamo dire inoltre, senza offesa per alcuno ma solo con ironia, che il tipico elettorato berlusconiano è cresciuto a pane e canale 5, tra televendite e telenovelas, tra la De Filippi e Forum, formandosi una certa visione della vita, della società, di pensare, che poi porta elettoralmente a fare certe scelte di campo ben precise; è questo un elettorato nuovo ma maggioritario visto che oggi si è in una società dove la Tv e la comunicazione la fa da padrone e Berlusconi è il prodotto perfetto di tale operazione, non poteva che essere lui il premier dell'Italia in questo momento. Il suo popolo, e qui ci credo, lo ama profondamente Berlusconi perchè in lui si riconosce con i suoi pregi ed i suoi difetti (tanti...), crede ciecamente in quel che dice, non ha dubbio alcuno che il grande capo possa in alcun modo essere in malafede, egli è solamente un totem da seguire e basta, è alla stregua di una star del cinema o dello spettacolo, lo ami e basta.
Ecco, il popolo "berlusconiano" manca di analisi critica a mio parere...c'è un indagine, colpa dell'accanimento di un magistrato, chi critica il partito e Berlusconi è un comunista chiunque esso sia (compreso Fini tra poco) e via dicendo....negano il conflitto d'interesse o meglio dicono che c'è ma non ostacola la vita politica ma che anzi tutti i giornalisti sono comunisti e Silvio un perseguitato, sono pronti a giustificarlo nella vicenda escort solo perchè a differenza di Marrazzo lui è andato con donne e non con trans, non vendendo invece il grave degrado morale che comunque vi è dietro quella vicenda.
Insomma per concludere, la società, i partiti e gli italiani sono cambiati nel corso dei decenni e mi sto convincendo sempre di più che la massima che dice che ogni popolo ha i governanti che si merita sia verissima ed attualissima.

2 commenti:

  1. Caro Fabio,
    a mio avviso la realtà è più complicata di quello che appare. Che siamo in un epoca dove l'arrivismo ed il relativismo la fanno da padrona concordo,che siaerlusconi il deux es machina del rimbambimento quotidiano non lo penso.
    Esistono elettori intelligenti, appassionati, pecoroni e stolti in ogni partito, dal più grande al più microscopico. In ogni caso non è questo il punto. Anche l'intelligenza è parziale. Infatti bisogna chiederci a cosa serve l'intelligenza, la ratio, il buon senso se sia un vettore per fini nobili ed umanitari o se invece sia usata per annientare il prossimo, sopraffare l'altro ed ergersi sugli altari. da quello che ho compreso nel tuo post il governo, pardon, il partito di Berlusconi non è positivo (uso un eufemismo..)perchè, in soldoni, è composto da elettori ed eletti non così lungimiranti e strategicamente intelligenti.
    Ebbene, il governo nazionalsocialista era composto da un elite davvero intelligente, all'altezza della situazione (ricordiamo i discorsi di Goebbels a guerra oramai perduta, che con un'oratoria arguta di sei ore riuscì ad ottenere il placet del popolo tedesco per continuare le operazioni belliche), a Cuba vige il miglior sistema sanitario,scolastico,sociale dell'itera america Latina e persino dello stato americano della Florida. Un altro ewsempio? in Vietnam, esistono oltre cento università ed il 94% della popolazione adulta (uno dei dati più alti del pianeta)è alfabetizzata.
    ma io non vorrei vivere nemmeno un secondo nella Germania nazionalsocialista, in Vietnam o a Cuba..quello che voglio dire è che l'intelligenza da sola non basta se non è accompagnata da norme, regolamenti etici, valori, umanesimo, senisibilità. Non siamo un paese "cattivo"perchè Berlusconi (ed i suoi elettori) sono casalinghe annoiate, spettatrici di Rita della Chiesa o di Grandi Fratelli..diventiamo un pessimo Paese quando intelligenti o meno ci dimentichiamo di quella bussola valoriale che dovrebbe regolamentare il nostro vivere sociale e le nostre azioni quotidiane.

    Un Saluto,

    Paolo

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  2. Ciao Fabio, ciao Paolo.

    La realtà è, appunto, molto complessa, ma a me pare un dato evidente la spettacolarizzazione e il conseguente svuotamento dell'attività politica. Mi spiego: tutto lo scenario politico attuale può essere semplificato come un banale gioco di ruoli e funzioni differenti ma complementari.

    La Lega è (si presenta come) partito di popolo, ignorante e semplici, che dà voce alle istanze della "pancia" e parla senza gl'infigimenti e le ipocrisie del politichese. Il suo intervento nel dibattito politico ha senza dubbio svilito le tematiche, i problemi e le loro soluzioni. Con il Carroccio la democrazia diventa "cheirocrazia", il governo dei peggiori, che assurgono a modello.

    Il Pdl e il Pd sono due mostri informi. Nel primo convivono ex fascisti rimessi a nuovo dal voltagabbanaggio senza vergogna di Fini e gli intrallazzi inverecondi di ex socialisti e ex democristiani convertiti al credo berlusconiano. Nel secondo si tenta ancora di mettere insieme in un baraccone improponibile gli ideali cattolici (ormai ridotti alla difesa della vita a ogni costo e alla battaglia di retroguardia su coppie di fatto e omosessuali) e ideali... come possiamo chiamarli?... progressisti? socialisti? post-comunisti? Insomma, quelli di D'Alema e del suo fido Bersani. Dell'ultraliberale destrorso filoyankee Veltroni mi taccio.

    Alla "sinistra" del Pd c'è il cagnolino rognoso Di Pietro, che, in mancanza di una reale alternativa programmatica (in Europa siede fra i liberali, la sua flebile critica al precariato è uno specchietto per le allodole utile solo a racimolare qualche voto della sinistra radicale), si ostina in una pervicace campagna antiberlusconiana. E tutto ciò ignorando la situazione interna dell'Idv, "refugium peccatorum" di politicanti da due soldi desiderosi di rifarsi un'immagine.

    Fuori del parlamento c'è il velleitario pulviscolo della sinistra radicale, che sgomita ora nel tentativo di raccogliere qualche briciola unendosi nella federazione della sinistra. Si è unita alla canea antiberlusconiana per il No-B day e rimprovera il Pd come una moglie tradita, che non vede l'ora in cuor suo di perdonare il marito. Più che l'ideal poté la poltrona.

    Questo è per me il quadretto desolante, in cui non c'è spazio per una seria opposizione, subito assorbita in uno di questi filoni.

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