Qualcosa ci inventeremo”, ha detto Silvio Berlusconi a proposito del
rilancio dell’economia italiana. Niente male come programma. Detto questo, ecco una seria
proposta per migliorare i nostri dissestati conti pubblici: il condono
politico tombale. C’è chi fino a ieri faceva il baciamano al raìs di
Arcore e oggi si lancia in dichiarazioni frementi di sdegno
antigovernativo. Lo fa gratis, e questo non è giusto. Ma sia: essendo
passati di moda i campi di rieducazione, non resta che agire sulla leva
economica. Una tassa. Ebbene sì. Bassa, ovviamente, per chi in buona
fede, complice l’ignoranza, il Tg4, le comparse di Forum e Minzolini,
ha creduto alla propaganda del regime. Più alta (fino al sequestro dei
beni) per chi, pur avendo gli strumenti culturali per distinguere la
merda dal cioccolato, ha gridato per anni “viva la merda”. Qualcuno
obietterà: non è con lo stipendio dei numerosi Capezzone che si riduce
il debito pubblico, ed è vero. Ma che dire di organizzazioni ricche e
potenti come la Chiesa Cattolica? Per anni, pur sapendo perfettamente
con chi aveva a che fare, è passata all’incasso, e ora molla al suo
destino il fornitore di privilegi e “leggi etiche” ormai avviato al
fallimento. Vedete che si comincia a parlare di cifre consistenti.
Dovrebbe aderire al condono politico anche Rosa Marcegaglia la
rude combattente antiberlusconiana di oggi. E insieme a lei gli
imprenditori italiani, assistiti, coccolati, sovvenzionati, ingrassati,
che oggi si travestono da strenui e un po’ ridicoli oppositori. Per
non dire dei gloriosi padani, poveretti, tutti impegnati a far fuori il
loro Gheddafi per mettere Maroni al suo posto. Ecco. Pagare. Senza
eccessi, per carità: non vogliamo certo impedire ai giovani industriali
di travestirsi da indignados come hanno fatto ieri a Capri. Ma almeno
che facciano vedere la ricevuta con la scritta: “Ho aderito al condono
politico tombale”. E mostrino a richiesta la ricevuta del versamento!
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