mercoledì 10 novembre 2021

La destra europea e il “fascismo libertario”

 Il conglomerato transnazionale – in cui è raggruppato il complesso industriale, militare e digitale – non conosce differenze politiche quando si tratta di aumentare il proprio potere. Oggi parte dei suoi interessi sono racchiusi nel fascismo libertario. 

La sua ascesa si veste di un discorso nazionalista, omofobo, razzista, xenofobo e anti-islamista. È vero, non tutti condividono questa ideologia al cento per cento.

La Lega Nord, guidata da Matteo Salvini in Italia, o il Fronte Nazionale – ribattezzato Raggruppamento Nazionale – guidato da Marine Le Pen in Francia, marcano le distanze con la fuorilegge Alba Dorata in Grecia o con i suoi omologhi nell’ex Europa dell’Est. 

Tuttavia, la loro presenza non è più marginale. Oggi rappresentano un’alta percentuale di elettori. Sono diventati imprescindibili per formare i governi e sono presenti nei municipi, nei Parlamenti e nelle comunità autonome.

L’ideologia neofascista si ricompone sotto un discorso libertario. Tra i nuovi nomi possiamo citare Éric Zemmour in Francia o Giorgia Meloni in Italia. La destra si sta allineando verso posizioni totalitarie radicate in un individualismo esacerbato. Il suo obiettivo: mettere le libertà individuali in cima alle proprie rivendicazioni.

Tuttavia, non è nemmeno necessario creare nuove organizzazioni, il fascismo libertario si annida nella destra conservatrice e nei partiti liberali. I loro punti di unione rendono completamente sfumata la differenza tra fascismo di destra e libertario. 

Per verificarlo, prendiamo l’esempio della neopresidente della Comunità di Madrid, la “popolare” Isabel Díaz Ayuso. Tra le sue frasi, per non dimenticare la sua rivendicazione libertaria, possiamo citare: “né stati di allarme, né confinamenti“, “bisogna imparare a convivere con il virus“,  “se si spinge troppo su ristoranti e bar, alla fine il contagio va alle case“, “i cittadini, non potendo fumare, non comprendendo le regole, finiscono per recarsi nelle proprie abitazioni“, “è un crimine, in Catalogna, con il clima che hanno, tenere tutto chiuso, avere persone ferme nelle loro case“, “libertà o comunismo“.

Il fascismo libertario non ha bisogno di essere in maggioranza, e nemmeno di diventare un partito alla vecchia maniera hitleriana o fascista, la sua funzione è un’altra: far pendere l’ago della bilancia ed essere la chiave per le forze conservatrici per governare senza contrappeso, prestando il loro appoggio ai governi di minoranza. 

I casi più eclatanti: Estonia, Finlandia, Slovacchia, Slovenia, Austria, Romania, Moldavia o Lituania. In Spagna, Vox ha facilitato il ritorno al governo del Partito Popolare in due comunità autonome: Madrid e Andalusia. Il cosiddetto “cordone sanitario” è un eufemismo. Solo in Germania si mantiene e le ragioni sono ovvie.

Nel 2021, anno di pandemia, 15 partiti neofascisti di 14 paesi hanno firmato un patto in cui sottolineano la loro preoccupazione per la battuta d’arresto nella difesa dei “valori della famiglia” e dell'”identità nazionale”, l’adozione delle leggi Lgbt e, in particolare, della riduzione delle libertà individuali a causa del decalogo sanitario Covid-19. 

Tra i suoi firmatari Viktor Orban, Santiago Abascal, Giorgia Meloni, dei fascisti Fratelli d’Italia, Matteo Salvini, il polacco Jaroslav Kaczynski e Marine Le Pen. La sua forza risiede in un falso appello a tutela dei diritti politici presuntamente violati dopo l’applicazione dei protocolli Covid.

L’esempio più eclatante è l’assalto, lo scorso 9 ottobre, alla sede della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, per protestare contro la richiesta del certificato di vaccinazione per partecipare a tutte le attività pubbliche.

Così, il fascismo libertario potenzia, crea o si incista nei movimenti negazionisti, antivaccini, antimaschera, contro il passaporto Covid, 5G, pro vita, antiaborto, antifemministi e così via. Cioè tutto ciò che è considerato riguardare ed essere di competenza dell’individuo e non dello Stato.

La libertà diventa un campo di battaglia da cui emerge un discorso che penetra nell’immaginario collettivo, al di là delle distinzioni di classe.

Le istruzioni sono semplici: “Nessuno deve dirmi cosa devo o non devo fare! Sono libero di andare ovunque! Non ho bisogno che qualcuno controlli la mia vita! I miei diritti non possono essere calpestati in nome dello Stato! Con la mia libertà non si negozia! Gli immigrati mi tolgono il lavoro!” 

In questo contesto si indicono manifestazioni e si organizzano eventi in cui si manifesta il desiderio di vivere senza legami.

I cosiddetti “botellones”, concentrazioni di centinaia o migliaia di persone che bevono in parchi pubblici, piazze o spiagge, all’insegna del motto “Viva la libertà!” sono generalizzati nei fine settimana. E sotto lo stesso enunciato aumentano le proteste dei negazionisti in Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna o Germania.

Un discorso semplice, ma persuasivo. Il fascismo libertario si espande e si pone al vertice del desiderio di soddisfazione personale, indipendentemente dal bene comune e dall’interesse generale.

La nascita e l’ascesa del fascismo libertario in tempi di crisi pandemica e di un capitalismo che si contorce per reinventarsi nella sua forma digitale, trova i suoi argomenti nel campo delle emozioni, dei sentimenti e della paura. 

La miscela esplosiva di questi fattori indica il pericolo che ci minaccia. La lotta contro il fascismo libertario presuppone l’unione delle forze per combattere il capitalismo e le sue maschere.

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