E ogni volta si dice: “Siamo alle comiche finali”, ma la fine non
arriva mai. La ridicola storia d’Italia si scrive con i toni di
un’interminabile soap opera, col colpo di scena che in teoria – e solo
in teoria – dovrebbe condurci all’attesa spasmodica della prossima
puntata che sarà – semmai possibile – più ridicola di quella precedente.
L’impoverimento del lessico “politico” si aggrava come un malato
terminale ogni giorno di più, aggiungendo svilimento e ignoranza alla
devastazione morale e culturale delle generazioni presenti e future.
Impossibile, ormai, discutere di politica persino con gli amici, in
qualche modo piegati dal “nuovismo” imperante che non ammette dissenso e
fluidità di pensiero. Sei contro l’inutile grillismo? Allora sei uno
del PD. Sei contro il PD? Allora sei un berlusconista o un grillista. A
nessuno viene in mente di razionalizzare, di comprendere che c’è anche
chi salva il neurone, restando dalla parte della politica. A nessuno
viene in mente di rivalutare il senso della “politica”, che potrebbe far
comprendere come nessuno – in questo momento storico – sia persona
avente diritto. Nessuno sia, persona rappresentata in Parlamento.
Non avendo diritto al voto, non abbiamo eletto un Parlamento.
Abbiamo in qualche modo legittimato il volere di terzi, lasciando che
l’ultimo baluardo di parvenza democratica venisse demolito, in nome di
una “crisi economica” creata al fine di salvaguardare le ultime risorse
rimaste, e i grandi capitali.
Nessuno normodotato, potrebbe pensare che “ridere” della farsa
buffonesca di un comico in disarmo, protetto dagli adepti di una setta
che ridicolizzano le istituzioni col “chiedi scusa e cospargiti il capo
di cenere”, potrebbe voler dire apprezzare il “minchionismo” di un
giovane Letta, che al termine di un meeting a otto vien fuori dicendo:
“Il piano per la disoccupazione giovanile è sulla rampa di lancio!”
Nessuno dovrebbe pensare che restare allibiti per tale minchionismo,
voglia dire che allora si è dalla parte di quel debosciato di Arcore,
che ancora una volta – istituzionalmente – propone di far della
disonestà metodo legalizzato, o peggio qualcosa di diverso dal criminale
che è. Ed è al governo, col suo pupazzo seduto accanto a Letta, ed
anche ministro – che non era già abbastanza! –
Sentir gioire il governo di destr sinistr per “gli accordi con i
paradisi fiscali” lo stesso giorno che l’Irlanda inquisisce il pluri
inquisito debosciato di Arcore, è qualcosa di meraviglioso. Un po’
kafkiano, a tratti machiavellico. Divertente il silenzio calato sulla
notizia, spifferata con pudore e vergogna dai giornali che ormai non son
più buoni nemmeno per farci cagare sopra gli uccellini in gabbia.
Siamo alle comiche che non finiscono mai, e che forse a questo
punto, potranno finire solo quando ci tornerà un po’ di quella dignità
che ogni “persona” (che manco più cittadini possiamo dire) deve sentire
forte in sé. Il giorno in cui ricorderemo che come prima regola, le
persone hanno dei diritti e dei doveri. Le comiche, forse finiranno
quando finalmente avremo un po’ di democrazia e tanta libertà. Oh, già. E
ora dovrei spiegare che libertà non è quella cosa brutta che molti
pensano che sia, ma si è fatto tardi …!