lunedì 15 aprile 2013

LE 7 VITE DI SILVIO

Non se ne è mai andato. Anche quando  - con l’avvento di Mario Monti – la gente è scesa in piazza per festeggiare le sue dimissioni, Silvio Berlusconi ha dimostrato di avere più vite dei gatti: ha atteso, è rimasto nelle retrovie, ha riorganizzato un partito che senza di lui non sarebbe andato da nessuna parte, poi è tornato alla carica. Il tutto mentre Mario Monti – prima amato poi odiato dagli italiani – cadeva nella rete dichiarando di voler “salire” in politica, cancellando così qualsiasi possibilità di un suo futuro ritorno come  ”tecnico”. E i risultati per il Professore sono stati molto magri. Non per il Cavaliere che – uno dopo l’altro – ha visto annichilirsi tutti i possibili avversari. Per tacer di Renzi – l’unico competitor davvero pericoloso – messo nel cassetto dal suo stesso partito e da una classe dirigente di stampo bersaniano, troppo preoccupata a perpetuare se stessa e un modello di Pd ormai superato.
A differenza di Grillo, Berlusconi non sta tenendo il suo pacchetto di voti nel cassetto, non finge di voler fare salvo poi creare l’ingovernabilità. Tutt’altro: il Pdl è sceso in piazza due volte e si è detto disponibile a lavorare per formare un governo. Come dire: il cerino resta in mano a Bersani che – a sua volta – lo scarica sui grillini. Ed è proprio il MoVimento di Grillo quello che rischia adesso di perdere terreno ed elettori: con otto milioni di voti ottenuti alle scorse elezioni, non è ancora ben chiaro cosa i deputati e senatori a Cinque Stelle siano andati a fare in Parlamento: dicono solo di no a tutto, chiedono un governo senza fiducia, si muovono sul crinale del “vorrei ma non posso” quasi fosse una giustificazione davanti ai propri elettori, come se la vita democratica di un Paese avesse regole tutto sommato sovvertibili con uno schiocco di dita.
In questo panorama tanto ingestibile quanto ormai congelato su posizioni inconciliabili, il vero vincente è proprio Silvio Berlusconi: davanti al fallimenti di Mario Monti, all’incapacità del Partito democratico di vincere le elezioni e all’immobilismo di Grillo, ancora una volta i sondaggi premiano un Silvio Berlusconi “temporeggiatore” ma in risalita. E al pari del disastro attuale, i discorsi e la psicosi sullo spread sembrano  ai non addetti ai lavori una bugia che il Cavaliere può adesso usare per rilanciarsi.
E non si vada a dire che Berlusconi andava con le minorenni. Che Ruby. Noemi Letizia. Agli italiani di queste vicende non interessa nulla. Anzi, forse invidiano anche quel vecchietto settantenne ancora capace di divertirsi con soldi e donne. Questa è la triste verità. Per tacer di quanti – poco più di un anno fa – l’avevano dato per spacciato.

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