Nella repubblica specialista in tavoli, tavolini, comitati e commissioni perditempo era inevitabile che, a conclusione del più inutile giro di consultazioni che si ricordi, il capo dello Stato invece dell’incarico di governo abbia deciso di creare due bei gruppi di lavoro e di assegnare dieci incarichi ad altrettanti supposti esperti.
Essi dovrebbero partorire, in un paio di settimane, quelle presunte
riforme economiche e istituzionali con cui da un ventennio la peggiore
classe politica dell’orbe terracqueo prende in giro gli italiani.
Intendiamoci, Giorgio Napolitano va capito: giunto
all’epilogo del settennato, si ritrova a gestire una crisi politica
ingestibile cosicché, stufo di perdere tempo con partiti che già pensano
alle prossime elezioni e usano i microfoni del Quirinale per farsi
propaganda, ha pensato di mollare la patata bollente al suo successore.
C’era solo il problema di arrivare al 15 maggio. Prima ha fatto sapere
che se ne sarebbe potuto andare in anticipo: niente di scandaloso
trattandosi di poche settimane, ma abbastanza per gettare nel panico
bipartisan quei politici che senza più la copertura di Re Giorgio, per
circolare dovrebbero munirsi di giubbotto antiproiettile. Ed ecco i
dieci “saggi”, parola che induce al sorriso, trattandosi (salvo un paio
di nomi) perlopiù di vecchie cariatidi o di politicanti in disarmo.
Spartiti secondo il più rigoroso manuale Cencelli, sembrano fatti
apposta per preparare il terreno all’inciucione Pd-Pdl, che l’attuale
inquilino del Colle considera come una sorta di premio alla carriera.
Subito da tutte le televisioni si sono levate grida di giubilo
da parte di giornalisti convocati all’uopo: uno ha detto addirittura
che quella di Napolitano era “una mossa da fuoriclasse”. Negli osanna si
sono naturalmente distinti i leader di cui sopra: adesso, mentre i
saggi saggiano, potranno dedicarsi serenamente alla campagna elettorale.
Crisi e disoccupazione possono attendere. Una frase di
circostanza giunta dal M5S ha fatto andare in un brodo di giuggiole
qualche novello esperto: un caso psichiatrico, direbbe Grillo, visto che
il movimento ha come scopo dichiarato la distruzione completa
dell’attuale sistema dei partiti. Dopo la pausa pasquale vedremo come la
supercazzola
sarà accolta dai mercati, mentre già in Europa si stenta a credere che
con i suoi giganteschi problemi l’Italia continui ad affidarsi al
governo Monti, sfiduciato in tutti i sensi. Attenzione, gli italiani sono pazienti, ma se si arrabbiano sono guai.
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