Ci sarà pure la politica di mezzo, le famose-famigerate Fondazioni
bancarie che legano tra loro affari ed amministratori locali. Ci sarà
pure qualche azzardo bancario di troppo, qualche acquisizione sballata
e, per la serie «peggio il tapun del buso», l’acquisizione di derivati
tossici per cercare di recuperare soldi con guadagni alti ma rischiosi. E
tutto è andato a catafascio. Ma ormai è certo, tra i vecchi vertici
della gloriosa banca sul Monte, c’era anche una bella manica di ladri.
Non il vecchio modello del ladro in nome e per conto della politica –
vedi finanziamento illecito ai partiti – ma ladri per conto e tasche
loro, anche se probabilmente aiutati nel loro percorso di carriera dalla
politica delle appartenenze.
La campagna elettorale spinge gli interessi di parte-partito a
guardare di al dito di chi ha forse amministrato male. Ma su quel Monte
della bella Siena vediamo brillare una luna, piena di ladri per giunta
sfacciati e noti da tempo. Riassunto dalle diverse cronache. L’ex
presidente Mussari e una decina di dirigenti e funzionari della Mps
sotto inchiesta per reati che vanno dalla truffa all’aggiotaggio, dalla
turbativa all’aver ostacolato gli organi di vigilanza. Ma c’è di peggio.
Come quel vecchio rapporto del maggio 2010, trasmesso dal Nucleo della
Polizia tributaria di Milano alla Procura di Milano che è stato adesso
acquisito da Siena e che, a leggerlo, fa una certa impressione. La luna
che illumina gli angoli bui di Siena.
La procura di Milano chiedeva allora informazioni dettagliare su una
società finanziaria, la «Lutifin». Guido Ruotolo, saggio ed esperto
cronista, è preciso: un passaggio della deposizione di un funzionario
della Dresdner Bank di Milano. «Il 12 o il 13 marzo del 2008 sono andato
a cena con Michele Cortese che si occupa, in Dresdner Bank-branch
London, della vendita di prodotti finanziari, il quale sostanzialmente
mi ha detto che, a suo avviso, ma il fatto sembrava notorio, Pontone e
Baldassarri avevano percepito una commissione indebita dell’operazione
per il tramite di Lutifin. Mi disse anche che i due erano conosciuti
come “la banda del 5%”, perché su ogni operazione prendeva tale
percentuale…».
Più che Tangentopoli sembra di essere tornati ad Al Capone. Presunti
corrotti, Matteo Pontone, responsabile della filiale di Londra di Monte
dei Paschi di Siena. Gianluca Baldassarri, ex direttore dell’area
finanza di Mps, indagato per truffa a Siena. Gli investigatori hanno
trovato nella sua disponibilità un «tesoro» di 20 milioni di euro fatti
rientrare in Italia utilizzando gli scudi fiscali. Due della «Banda dei
cinque». Ci mancano dettagli e soprattutto nomi. E altri, molti
potenziali complici e colpevoli. Da Trani la notizia che è stato aperto
un fascicolo per un esposto di Elio Lannutti, presidente di Adusbef. La
stessa associazione che presentò un esposto contro le agenzie di rating
internazionali Fitch, Standard & Poor’s e Moody’s poi indagate.
In questa fase di accesa lotta politica sembra prevalere l’antico e
collaudato «Effetto ventilatore», studiato e teorizzato dal vecchio ex
ministro Formica, ormai scomparso. Tanta sostanza puteolente e un
ventilatore puntato contro, a volatilizzarla su tutto e su tutti. Ma
passata questa eufemistica “tempesta”, questo tornado di vento
elettorale, l’interesse del Paese scende alle cose concrete. Qualche
economista in meno, o commentatore politico, e qualche verbale dei
“Canarini” GdF in più. Oltre le sale del consiglio di amministrazione
Mps, in questo momento interessa più cosa sta accedendo nelle più
spoglie stanze della Procura della repubblica di Siena dove, annotazione
dovuta, parevano sino a ieri distratti da altro.
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