lunedì 3 settembre 2012

Le Elezioni spettacolo dell'America

Ho assistito alla cerimonia di investitura del mormone miliardario Romney, candidato alla presidenza USA per il partito Repubblicano, nella solita artificiale atmosfera di spacconate e di ottimismo, con il contorno, applauditissimo dell’intervento del pistolero di professione Clint Eastwood. Intervento di tale rozzezza che ci rivela il livello primitivo dell’elettore medio americano, che si sente gonfio di orgoglio e gratificato nel sentire una star connessa sulla sua lunghezza d’onda. La pirlata più grossa pronunciata con la sicumera dell’attore consumato è la seguente: “noi siamo i proprietari del paese, e i politici sono i nostri dipendenti”: Applausi a scroscio, grasse signore in estasi, convinte di aver ascoltato la verità rivelata. Fa veramente schifo vedere prendere per il culo i cittadini con tanto cinismo proprio in quel paese in cui i proprietari sono le multinazionali e i politici sono a libro paga di queste. L’America è un paese dove i presidenti, eletti dopo laboriosissime e defatiganti primarie, sono solo dei volti più o meno accattivanti, che si devono piegare, democratici o repubblicani che siano, al potere della economia, delle lobby, delle banche, del Pentagono e del complesso militare-industriale collegato alla politica di eterne guerre con 800 basi militari sparse in tutto il mondo. Sono questi i padroni dell’America e del mondo, e vedere chi si entusiasma per plateali panzane è uno spettacolo al tempo stesso patetico e preoccupante. Preoccupante perché è segno che esiste un livello di disinformazione scientifica di grande raffinatezza, che fabbrica bamboccioni capaci di bersi qualsiasi stronzata, del tipo che gli USA sono andati in Irak perché si preoccupavano che Saddam usasse armi chimiche, e che oggi sono in Afghanistan per combattere il “terrorismo internazionale”. Certo vi è negli USA una entità religiosa, la chiesa evangelica, che dà un notevole aiuto al rimbambimento popolare, definendo i marines “Legionari di Cristo”, alleando la religione alla politica guerrafondaia, snaturando senza vergogna tutto il messaggio cristiano. Comunque è un fatto che una sostanziale dittatura delle oligarchie economiche, sommata al costante ricorso alla forza militare per risolvere le controversie internazionali, viene definita grande democrazia, un modello a cui ispirarsi, anche qui in Italia, sia dalla destra che dalla sinistra, anche se dalla fine della 2° guerra mondiale subiamo l’umiliazione di una totale subalternità alle decisioni dell’America e della Nato, cosa che ci costa enormemente anche in termini economici (compresi 100 bombardieri da acquistare dagli USA) e fattore determinante del nostro declino economico. Francamente mi sembra più serio il Carnevale di RIO dell’interminabile rito delle elezioni politiche americane, una ignobile e pacchiana fiera di retorica, balle imperiali, luoghi comuni, dove tutto viene promesso, ma senza impegno, come Obama che non è nemmeno riuscito a fare la riforma sanitaria per l’opposizione delle lobby della sanità privata, e ha perduto anche contro la lobby delle armi di cui voleva abolire la libera vendita e detenzione. Se poi avesse voluto diminuire il bilancio militare avrebbe incontrato un “pazzo” che l’avrebbe democraticamente spedito a raggiungere Kennedy e i suoi fratelli.

1 commento:

  1. Ciao Fabio!

    è una vita che non ti scrivo più.. guarda sulle elezioni politiche yankee non discuto: da fedele simpatizzante della causa sudista per me esisteva un solo "stato americano": gli Stati Confederati d'America ed un solo, immenso, presidente americano: Jefferson Davis. per il resto concordo con la tua lettura devo però predndere le distanze solo su un punto non si può mettere in discussione un mito, una leggenda. Clint Eastwood, a mio avviso, potrebbe anche pisciare durante in campagna elettorale che , meritatamente, si prenderebbe la sua bordata di tifo e applausi. Eastwood è un idolo, non lo si può attaccare, semplicemente perchè rappresenta il Novecento Americano! quindi onore a Clint e mi raccompando... "TO ARMS IN DIXIE!"


    Paolo

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