Esistono tre modalità valide di espressione del voto su entrambe le schede elettorali.Il modo più semplice per esprimere il proprio voto è quello di tracciare un segno (comunemente si fa una X) all’interno del rettangolo che contiene il simbolo del partito e la lista dei suoi candidati nel collegio plurinominale. In questo caso, il voto viene assegnato sia al partito che si è scelto sia al candidato che quel partito sostiene nel collegio uninominale (se si vota un partito alleato con altri, può succedere che nel proprio collegio uninominale si sostenga un candidato che non rappresenta il proprio partito, ma un partito alleato). Il secondo modo per esprimere un voto valido è quello di tracciare un segno sia nel rettangolo con il simbolo del partito e i nomi suoi candidati nel collegio plurinominale sia sul nome sopra al rettangolo, quello del candidato nel collegio uninominale. In questo caso le conseguenze del voto sono le stesse viste sopra: il voto viene assegnato sia al partito che si è scelto sia al candidato uninominale che quel partito sostiene. C’è poi un terzo modo per esprimere un voto valido: tracciare un segno solo sul rettangolo che contiene il nome del candidato nel collegio uninominale. Se quel candidato è sostenuto da un solo partito, il voto viene assegnato anche a quel partito. Se quel candidato è invece sostenuto da una coalizione di più partiti, il voto viene distribuito ai partiti in proporzione ai voti che hanno preso nel collegio uninominale. Per esempio, se un partito in una coalizione ha preso il 10 per cento dei voti, riceverà il 10 per cento dei voti che sono stati espressi barrando solo il nome del candidato all’uninominale.
Libera Mente - Fabio Furlani
Blog che si occupa di commentare fatti e avvenimenti dell'attualità politica e della società
giovedì 22 settembre 2022
mercoledì 31 agosto 2022
La guerra in Ucraina e l’ “assedio” che sta uccidendo il Libano
Il Libano è anche luogo di arrivo e permanenza di un gran numero di rifugiati e migranti, accoglie, infatti, circa 2,5 milioni fra migranti e rifugiati siriani e palestinesi[3]. La gravissima crisi economica del Libano è iniziata alla fine del 2019, e si è aggravata a causa dell’esplosione nell'Agosto 2020 che ha distrutto il porto di Beirut e i principali silos di grano del paese all'interno della struttura tentacolare[4].
Oggi in Libano tre quarti della sua popolazione vive in povertà, mentre la sterlina libanese ha perso oltre il 90% del suo valore. Il 26 maggio 2022 , il valore di mercato del LBP ha superato i 34.000 dollari per 1 dollaro americano (USD), nonostante sia ancora ufficialmente fissato a 1.500 LBP per 1 USD e ciò ha influito negativamente sul potere di acquisto delle famiglie.
Recentemente, gli effetti della guerra in Ucraina, con le conseguenti interruzioni della catena di approvvigionamento hanno portato all'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale aggravando ulteriormente la situazione del Paese. I prezzi del carburante sono aumentati del 900% da aprile 2021 ad aprile 2022, cosi anche i prezzi dei generi alimentari con il prezzo del paniere alimentare minimo passato da 619.000 LBP a marzo a 700.000 LBP ad aprile.
I prezzi del paniere di generi di prima necessità supera, di fatto, il salario minimo mensile ufficiale che è in media di 675.000 LBP, ciò ha portato molte famiglie in uno stato di grave indigenza.
Nonostante siano gli stessi operatori umanitari delle organizzazioni non governative, finanziate da donatori occidentali, a evidenziare come il Libano viva una crisi economica senza precedenti e che la popolazione sia da mesi letteralmente a rischio sopravvivenza minima[5], qualche giorno fa si è giocato proprio al porto di Tripoli un braccio di ferro pesante per il trasporto di grano, una partita che ha visto il sequestro e il dissequestro di una nave e il ritardo nell’arrivo di un’altra nave, tutto questo mentre la popolazione locale attende da mesi che l’Occidente si ricordi che non esiste solo l’Ucraina, ma che anche il popolo libanese è vittima del più grave disastro portuale mai palesatosi.
Ovviamente tale disastro non trova ancora giustizia ed è ormai stato dimenticato dai media occidentali.
Il Libano importa circa il 60% del suo grano dall'Ucraina. Questo fino all’incidente della nave Lodicea.
Da metà Luglio l'Ucraina sostiene che la nave da carico Lodicea, battente bandiera siriana e dagli Stati Uniti nel 2015 perché accusata di essere affiliata al governo di Bashar al-Assad, trasportava orzo e farina che le sarebbero stati rubati. Quando la Lodicea ha attraccato in Libano, l’ ambasciatore ucraino ha immediatamente avvertito le autorità intimando di non acquistare quei beni “rubati” in quanto si sarebbe trattato di beni rubati all’Ucraina.
L'ambasciatore ucraino Ihor Ostash ha chiesto di incontrare il presidente libanese Michel Aoun il 28 luglio sulla nave da carico[6].
La nave Laodicea è arrivata in Libano il 27 luglio e due giorni dopo il Procuratore capo Ghassan Oueidat ha ordinato di sequestrare il mezzo e i beni per avviare le indagini di rito proprio a seguito della richiesta dell'ambasciata ucraina e di altre nazioni occidentali. L'Ucraina ha chiesto al Libano di cooperare su un'inchiesta penale sulla nave aperta da un giudice ucraino. Le autorità ucraine sostengono che la Laodicea si è recata in un porto nella Crimea occupata dalla Russia e che ha preso carico lì prima di salpare per il Libano.
A seguito delle indagini il Procuratore capo del Libano ha poi revocato il suo ordine di sequestro sulla Lodicea, permettendole di salpare dopo aver dichiarato di non aver trovato "nessun reato commesso".
Chiusa la vicenda l’Ucraina aveva promesso alle autorità libanesi di continuare ad esportare grano in Libano, ma quelle spedizioni sono state in realtà interrotte dall'invasione russa e dal blocco dei porti del Mar Nero
lunedì 29 agosto 2022
Scuola, riduzione orario e Dad mai su tavolo”
Le ipotesi circolate in ottica scuolaper contrastare l’emergenza energetica hanno acceso il dibattito politico. Molti partiti ed esponenti hanno stroncato senza mezzi termini il possibile ritorno della dad, considerando in particolare i danni già causati dai due anni di pandemia. Sarebbe “un Paese cieco e senza futuro” secondo Valeria Fedeli. L’ex titolare dell’Istruzione ha spiegato all’Adnkronos che la scuola non può essere messa ai margini delle priorità del Paese: “Dovendo affrontare una situazione oggettivamente difficile per il Paese, come il caro energia e la riduzione dei consumi il primo intervento urgente e necessario è certamente adottare provvedimenti per imprese e famiglie affiche le imprese non chiudano e le famiglie possano affrontare la situazione. Ma non può assolutamente succedere che la scuola venga messa ai margini delle priorità del Paese. La priorità assoluta deve essere avere i ragazzi a scuola in presenza dal nido all’università”.
mercoledì 24 agosto 2022
Elezioni, i vip in lista: da Lollobrigida e Vezzali ai virologi Crisanti e Lopalco
Elezioni politiche 2022 Rita Dalla Chiesa, Ilaria Cucchi, Andrea Crisanti, Gina Lollobrigida, Claudio Lotito, Valentina Vezzali, Carlo Cottarelli. I partiti non hanno rinunciato a mettere in lista vip acchiappa preferenze. I posti in palio sono di meno perché il numero dei parlamentari è stato ridotto ma questo non ha impedito alle formazioni politiche di candidare volti provenienti dalla società civile. Virologi ma anche attrici.
martedì 23 agosto 2022
Elezioni 25 settembre
Il 25 settembre noi italiani ci recheremo ai seggi per eleggere il governo che dovrà regolare e indirizzare al meglio la vita dei cittadini di questa bellissima nazione dai fasti del passato eccellenti. Anch'io mi recherò a compiere il mio diritto/dovere di voto e vorrei permettermi di palesare con quale animo e predisposizione eserciterò questo unico modo che ha un cittadino di decidere le sorti della propria nazione. Innanzitutto il primo dovere è quello di votare, altrimenti si lascia agli altri questo importante compito e quindi non si ha il diritto poi di lamentarsi delle malefatte del governo eletto. Ma ciò che più deve animare e impegnare il cittadino è la scelta della fazione che deve poi governare per alcuni anni. Bisogna quindi guardarsi dentro per una decisione assennata e fuori per analizzare: se mandare a casa il governo uscente per avere governato decisamente male o riconfermarlo. Non mi permetto suggerire per chi votare, ma sappiate che in quei brevi istanti di solitudine all'interno della cabina elettorale deciderete le sorti della nazione, quindi siate saggi e votate con intelligenza per la grandezza della nazione e non del partito.
lunedì 14 marzo 2022
Riprendono i negoziati, aperti 10 corridoi umanitari
Questa mattina ricominciano i colloqui in video conferenza tra le delegazioni di Kiev e Mosca per cercare di disinnescare la crisi in corso. Lo ha reso noto Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli interni ucraino. C’è molta apprensione sull’esito di quei colloqui, ma ieri il capo negoziatore ucraino, Mikaylo Podolyak, ha detto che “la Russia sta cominciando a parlare in modo costruttivo”. Ed è la valutazione più ottimistica registrata finora. “Penso che otterremo alcuni risultati nel giro di pochi giorni”, aveva aggiunto in un video.
Sono stati concordati dieci corridoi umanitari per la giornata odierna tra Russia e Ucraina per consentire l’evacuazione dei civili. Lo ha annunciato la vice prima ministra ucraina, Irina Vereshchuk, in un videomessaggio pubblicato questa mattina sul canale Telegram dell’ufficio presidenziale ucraino.
Nella regione di Kiev sono stati aperti corridoi umanitari dai villaggi di Bogdanovka, Novobogdanovka, Pobeda e Bobrik alla città di Brovary, dalla città di Gostomel al villaggio di Belogorodka, dagli insediamenti di Nemeshaevo e Vorzel sempre al villaggio di Belogorodka e dal villaggio di Dmitrovka a quello di Belogorodka. Nella regione di Luhansk sono stati aperti corridoi per l’evacuazione dei civili da Severodonetsk, Popasna e Gornoe a Slovyansk.
A Roma colloqui tra Usa e Cina sulla guerra in Ucraina. C’è grande aspettativa per l’incontro che si svolge a Roma tra Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, con Yang Jiechi, membro dell’ufficio politico del Partito comunista cinese. Si materializza un tentativo di dialogo tra Usa e Cina dopo che gli Usa hanno sostenuto che la Russia ha fatto richiesta di armi a Pechino e aiuto per eludere le sanzioni. Liu Pengyu, il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, ha affermato di non essere a conoscenza di alcuna notizia che la Cina possa essere disposta ad aiutare la Russia per forniture militari.. Sullivan a Roma incontrera’ in mattinata anche Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio Mario Draghi.
Il fronte militare
Gli attacchi militari russi si vanno estendendo anche alla zona occidentale dell’Ucraina, quella al confine con la Polonia e la Romania da dove arrivano i rifornimenti militari dei paesi della Nato.
L’intensificazione dell’offensiva russa lungo il fronte occidentale, era già emersa ieri con l’attacco alla base militare di Yavoriv, situata nei pressi del confine con la Polonia dove ci sono stati 35 morti e decine di feriti tra cui alcuni istruttori militari stranieri.
La base militare, il cui nome ufficiale è “Centro internazionale per la pace e la sicurezza”, si estende su una superficie di 360 chilometri quadrati e a settembre scorso aveva ospitato esercitazioni ucraine in coordinamento con la Nato.
Nelle settimane precedenti l’invasione russa del 24 febbraio, l’esercito ucraino si è addestrato nella base di Yaroviv, ma secondo i media ucraini tutti gli istruttori stranieri sono partiti a metà febbraio, lasciando dietro di sé l’equipaggiamento.
Tra i feriti risultano però militari olandesi e portoghesi. Altri paesi della Nato non hanno reso noto se ci sono morti o feriti tra gli istruttori militari colpiti nella base militare ucraina.
Viene segnalato oggi che le forze armate ucraine hanno colpito con un missile la città di Donetsk, nelle Repubbliche del Donbass. che “Un attacco missilistico tattico Tochka-U nel centro di Donetsk lunedì ha ucciso 20 civili e ferito 28 persone, compresi bambini”. Il leader della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha riferito che le forze ucraine hanno lanciato un missile tattico Tochka-U che è stato abbattuto dai sistemi anti-missili altrimenti il computo delle vittime sarebbe stato molto più grave.
Nel villaggio di Stavische, nella regione di Zhytomyr – a ovest di Kiev – un attacco missilistico ha preso di mira alcuni edifici amministrativi, distruggendone almeno sette e causando diversi feriti. A Rivne, città situata circa 200 chilometri a est di Leopoli, gli attacchi russi hanno danneggiato una torre della televisione. Le sirene antiaeree, tuttavia, sono state udite nella notte in molte regioni del paese, da Leopoli alla regione della Transcarpazia – regione che confina con Romania, Slovacchia e Ungheria –, sino a Kharkiv, la seconda città del Paese che è sotto assedio da almeno due settimane, e Odessa, importante porto dell’area sud occidentale dell’Ucraina.
Le forze armate russe hanno colpito l’aeroporto Antonov, a nord ovest di Kiev. Lo scalo, noto anche come Hostomel, è il più importante aeroporto cargo internazionale dell’Ucraina, nonché una base aerea militare di importanza strategica. Diversi video diffusi sui social mostrano dense colonne di fumo che salgono dall’aeroporto. Secondo fonti ucraine invece le forze armate russe hanno preso di mira l’impianto di produzione di aerei Antonov e non l’omologo aeroporto noto anche col nome di Hostomel. L’impianto industriale è situato nei pressi dell’aeroporto, a circa 10 chilometri dal centro di Kiev.
Fonti russe affermano che, la Crimea e il Donbass adesso sono “collegati da un corridoio terrestre attraverso il territorio dell’Ucraina”: “La strada dalla Crimea a Mariupol è stata presa sotto controllo”. Secondo Li servizi di intelligence britannici le forze navali russe hanno bloccato a distanza la costa ucraina del Mar Nero, isolando di fatto l’Ucraina dal suo sbocco al mare.
Il gas russo continua ad essere pompato verso l’Europa occidentale
Il gas russo continua ad arrivare in Europa occidentale. La compagnia statale russa Gazprom infatti sta continuando a fornire gas attraverso l’Ucraina a un volume sostanzialmente invariato rispetto al contratto a lungo termine (109,5 milioni di metri cubi al giorno).
martedì 15 febbraio 2022
Prezzi dell’energia alle stelle, grazie UE
Sui prezzi dell’energia, in drammatico aumento, si fanno molti discorsi campati in aria. Anche gli “esperti” vacillano tra spiegazioni ad hoc (che non spiegano nulla) e ovvie maledizioni al clima di guerra creato dagli Usa in Ucraina (per le possibili, ovvie, ricadute negative sulle forniture di gas russo, quello più a buon mercato perché vicino).
Lasciamo perdere i serial killer dell’informazione embedded, che si limitato a tradurre e copiare gli input provenienti dall’amministrazione Biden, per cui sarebbe “tutta colpa di Putin”…
Esistono invece i meccanismi di mercato, ed è strano che tutti gli adoratori del mercato se ne dimentichino proprio quando serve comprenderli.
Ed esistono le regole europee, anche queste “stranamente” dimenticate proprio quando il loro funzionamento spiega molte cose.
L’editoriale di Guido Salerno Aletta per l’Agenzia TeleBorsa mette fine a questa dimenticanza spiega la dimensione degli aumenti sul continente europeo con una regola folle – tra le tante regole idiote – che obbliga gli acquirenti di energia a pagare il prezzo più alto tra le offerte fatte sul mercato.
Il contrario della concorrenza, se vogliamo.
La ricostruzione del meccanismo messo in moto da questa regola è abbastanza complesso, ma non incomprensibile. In pratica, di fronte a una serie di offerte fatte dai produttori di energia, che incrociano quantità di energia in vendita e quantità richieste, si crea sempre una “quantità merginale” in offerta al prezzo più alto (se la domanda eccede l’offerta).
Logica economica capitalistica normale vorrebbe che il prezzo fosse diseguale. Uno per le quantità che incontrano senza problemi (tra domanda e offerta), e uno più alto per quelle “marginali” o straordinarie.
L’ineffabile Unione Europea invece s’è inventata la regola per cui il prezzo “di mercato” debba essere in ogni caso quello più alto. Anche per le quantità – la stragrande maggioranza – che potrebbero essere profittevolmente vendute senza problemi.
E’ appena il caso di ricordare che in Marx questa situazione era già stata analizzata, nella Sesta sezione del Terzo libro de Il Capitale. Non essendoci allora un mercato del gas e del petrolio, e tantomeno dell’energia elettrica, il suo “mercato di riferimento” era quello dei prodotti agricoli, che vengono coltivati sia su terreni fertili e di facile lavorazione sia su terreni disagevoli o tendenzialmente meno produttivi.
E in quel caso – guarda un po’ – “il mercato” tende spontaneamente ad adottare il prezzo corrispondente al costo di produzione più elevato (quello sui terreni difficili), spuntando così extraprofitti per tutti gli altri produttori.
E’ la funzione – bastarda, ma inevitabile – della rendita fondiaria. Una fonte di reddito che identifica una classe sociale (i “proprietari fondiari” o rentier), diversa dall’imprenditore e dal lavoratore.
L’analisi di Marx è insomma valida anche in questo caso perché le leggi della rendita fondiaria valgono sia nel caso dei prodotti che crescono sulla terra sia per le materie prime che sono nascoste sotto di essa.
I decisori dell’Unione Europea forse non hanno studiato il Capitale (come tanta “compagneria”, del resto), ma “spontaneamente” fanno gli interessi della rendita come del grande capitale multinazionale (sia industriale che finanziario). E quindi ha imposto come regola di legge quel meccanismo di elevazione dei prezzi all’altezza della “quantità marginale”.
Sapendo, per esperienza, che quella “marginalità” può provocare anche crolli del prezzo – come avvenuto durante la pandemia per il prezzo del petrolio, per un giorno soltanto finito addirittura sotto zero – e quindi perdite per i produttori.
Naturalmente la regola viene descritta per “fermare la speculazione a scapito dei consumatori”. Come stiamo vedendo…