In principio fu il revisionismo, preludio al negazionismo, oggi possiamo aggiungere un’altra, invero poco originale,
declinazione del vezzo di rivedere giudizi storici che sembravano ormai
assodati. «Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un
leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene.... Certamente il governo di allora per timore che la potenza tedesca
vincesse preferì essere alleato alla Germania di Hitler piuttosto che
opporvisi. Dentro questa alleanza ci fu l’imposizione della lotta e
dello sterminio contro gli ebrei. L’Italia non ha le stesse
responsabilità della Germania e la connivenza col nazismo all’inizio non
fu completamente consapevole». Parola di Silvio Berlusconi.
Ecco, tali illuminanti esternazioni galleggerebbero tra il ridicolo e
l’indecente se fossero state lanciate dopo un allegro festino a Palazzo
Grazioli: ma queste lepidezze da Bar Sport sono state pronunciate –
poco prima dell’irresistibile, abituale cedimento al sonno – da Mr. B in
occasione della Giornata della Memoria, a Milano, nei pressi di quel
binario 21 da cui partivano per la shoah vagoni blindati gonfi di ebrei.
Dichiarazioni non solo «superficiali, inopportune, sconcertanti» o «inaudite,
disgustose», noi preferiamo prenderle come una sorta di coming out
rivelatore del sentire profondo su questi temi non solo dell’autore ma
di una parte probabilmente non minoritaria dell’opinione pubblica
italiana.
Berlusconi non è nuovo all’esibizionismo fascistoide: ricordiamo tutti le battute sul Mussolini «che non ha mai ammazzato nessuno e mandava la gente a fare vacanza al confino» (2003) e le barzellette di repertorio sull’Olocausto. La sommaria conoscenza della Storia è per l’uomo funzionale alla capacità di utilizzarla a fini propagandistici ed elettorali, per loro natura effimeri e superficiali.
Berlusconi non è nuovo all’esibizionismo fascistoide: ricordiamo tutti le battute sul Mussolini «che non ha mai ammazzato nessuno e mandava la gente a fare vacanza al confino» (2003) e le barzellette di repertorio sull’Olocausto. La sommaria conoscenza della Storia è per l’uomo funzionale alla capacità di utilizzarla a fini propagandistici ed elettorali, per loro natura effimeri e superficiali.
Il vero problema è che colui che è stato capo del governo di una
delle più grandi democrazie occidentali dà voce alla pancia di un paese
devastato dall’incultura, affetto da un’imbarazzante e ormai
irrecuperabile mancanza di memoria, eticamente anestetizzato e
mitridatizzato.
Berlusconi continua a esprimere con indubbia efficacia gli umori di quella fetta di italiani che si informa solo attraverso la tv, che non legge quotidiani, che non usa la Rete. Umori che non avevano spazio durante la Prima repubblica e che la discesa in campo del cavaliere ha pienamente – come si usò dire nel ’94 – definitivamente sdoganato.
Berlusconi continua a esprimere con indubbia efficacia gli umori di quella fetta di italiani che si informa solo attraverso la tv, che non legge quotidiani, che non usa la Rete. Umori che non avevano spazio durante la Prima repubblica e che la discesa in campo del cavaliere ha pienamente – come si usò dire nel ’94 – definitivamente sdoganato.
Dal binario 21, dunque, insieme alle farneticazioni strumentali di un
impresentabile ex premier è stato scritto un nuovo, sgangherato ma
inquietante capitolo dell’autobiografia di una nazione che ha smarrito
la sua storia.