domenica 24 luglio 2011

IL DISAGIO DI DONNE E GIOVANI

Donne e giovani, in questo paese, si trovano a dover portare, senza averlo scelto, un fardello pesantissimo, la diseguaglianza tra ricchi e poveri.

L’importante è nascere in una famiglia giusta, è lì che si gioca il destino del nascituro.

Essere poveri fin da bambini è molto peggio che ritrovarsi poveri nel corso della vita.

Mancano gli interventi che funzionino da elemento di compensazione di fronte alla presenza dei figli, come per esempio, il sostegno all’occupazione delle madri.

Nei fatti c’è l’idea di restituire alla famiglia i problemi. Si considera la rete famigliare come la protezione e la soluzione di ogni problema, sia che si parli di minori, sia che si parli di anziani o disabili.

E’ un’idea sbagliata, anche se è una vecchia idea italiana, perché, pur senza disconoscere tutto quello che hanno fatto le famiglie, di fronte ai dati sulle disuguaglianze e la povertà crescente, restituire i problemi alle famiglie vuol dire amplificarli ancora di più e far aumentare le distanza tra chi ha le risorse per fare qualcosa a chi questa risorse economiche, ma anche sociali e culturali, non le ha.

E intanto, per non toccare l’evasione fiscale, le rendite finanziarie, i privilegi della casta, si reintroduce l’Irpef sulla prima casa, quella adibita ad abitazione. Quella casa che molti hanno pagato con enormi sacrifici, e che costituisce forse l’unico bene di tanti poveri cristi che hanno lavorato una vita intera per pagarsela. 

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