giovedì 21 aprile 2011

REMIGIO CERONI E LA REPUBBLICA DEL "TELEVOTO"

Una ne fanno e cento ne pensano, l’ultima trovata è la modifica dell’art. 1 della costituzione.

Ex democristiano ha fatto una carriera fulminante prima in forza Italia e poi nel pdl della quale non si è accorto nessuno, tranne i familiari .E’ una proposta a titolo personale, ha risposto a domanda sull’origine della sua proposta.

Ovvio che una cavolata del genere gli garantirà un invito a cena appena l’azienda pdl si riunirà da qualche parte con presenti anche i deputati e non solo i ministri, ci tiene a mettersi in mostra.
Se c’è un partito che se ne frega della centralità del parlamento è il Pdl, con una maggioranza bulgara ha imposto più voti di fiducia negli ultimi tre anni che nel decennio passato.
Non possono nemmeno aprire bocca, decide tutto il caudillo ed al massimo fa ringhiare Gasparri o La Russa, gli eletti del partito della libertà servono solo a pigiare il tasto del voto quando c’è da parare il culo del capo dai suoi processi.
Vuole cambiare l’art. 1 della Costituzione che attualmente recita: “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione”.
Il carneade in questione lo vuole modificare così:

“l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale”.

Intanto lo ringrazio, ha lasciato fondata sul lavoro e spero che non venga a saperlo Brunetta altrimenti lo sgrida.
Poi, bontà sua, ha lasciato: volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale.
Per un attimo ho pensato che volesse il televoto e gli sms.
Questo perchè quei cattivoni della Corte Costituzionale in combutta con Napolitano bloccano tutte le leggi che farebbero comodo al Papi-Premier.
Che gli abbia promesso un servizietto da qualcuna delle sue ragazze? E’ laureato in sociologia ed insegnante alle medie, poi dicono che i nostri ragazzi crescono ignoranti.
Pare, che quando pigia il tasto, abbia l’insegnante di sostegno.

giovedì 7 aprile 2011

IL RE "SILVIO" E' NUDO

A leggere le intercettazioni delle telefonate di Berlusconi uno si fa un’idea precisa di come non deve comportarsi un premier. Non me ne frega niente delle questioni procedurali e degli errori che hanno portato alla pubblicazione di quelle telefonate. Per quanto mi riguarda è un bene che le conversazioni private tra Berlusconi e queste "signorine" o la Minetti siano di dominio pubblico. A un presidente del Consiglio, infatti, non si può perdonare l’incoscienza poiché la sua sobrietà e la sua serenità di pensiero hanno immediato riverbero sulle sorti di un intero Paese.
E’ giusto quindi che si sappia che il piccolo duce di Arcore investe gran parte del suo tempo con ragazzotte senza né arte né parte, che parlano come coatte, fanno lo slalom tra i guai giudiziari, lo prendono per il culo chiamandolo tutte “amore”, e inevitabilmente puntano al suo portafogli. Un premier settantacinquenne ormai non può consentirsi una simile ubriacatura di giovanilismo. E’ la sua credibilità ad essere minata, senza tenere conto delle investiture sul campo che tanto scandalo hanno provocato nel mondo.
Se il nostro capo dell’esecutivo fosse una persona qualunque (magari un amico) i nostri genitori, fratelli, parenti in genere ci diffiderebbero dal frequentarlo. C’è una verità incontrovertibile che va oltre i processi, le sedute parlamentari, le trame politiche e le strategie massmediatiche:  per linguaggio, indole, etica e frequentazioni Silvio Berlusconi è un tipo impresentabile.